Caso Siri, Luigi Di Maio: “Lega vuole crisi governo per poltrona o per indagato per corruzione?”
Il caso Siri continua a portare strascichi polemici nel governo e tra i due alleati a Palazzo Chigi. Sul tema ritorna oggi il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, con un lungo post su Facebook: “Oggi non su uno, ma su quasi ogni giornale c’è scritto che la Lega vuole staccare la spina al governo e ha pianificato di far saltare tutto dopo il voto. E tutto questo per cosa? Per una poltrona? Per non mollare un loro indagato per corruzione (che ha il diritto di difendersi ma lontano dall’esecutivo)? Lupi, e dico l’ex ministro Maurizio Lupi di Ncd, si dimise per molto meno… Qui si tratta semplicemente di smettere di fare le vittime e rimettersi a lavorare. Il MoVimento 5 Stelle vuole che il governo vada avanti per altri 4 anni, rispettando i punti di un contratto che può cambiare davvero il Paese. Si chiama responsabilità. Quando ci prendiamo un impegno lo portiamo avanti. Quando diamo la parola, è quella!”.
Il post di Di Maio prosegue:
Berlusconi e Renzi sono il passato! Il presente invece siamo noi e ci porterà al salario minimo garantito per ogni lavoratore e a 1 miliardo di euro alle famiglie. Due proposte chiare e concrete del MoVimento.
Preferiamo pensare a questo piuttosto che stare a parlare tutto il giorno di un indagato per corruzione e della sua poltrona. Dobbiamo aiutare le famiglie, chi ha un bambino, chi lo desidera. Le giovani coppie vanno messe in condizione di poter tornare a fare figli. Questo è prioritario per noi. Basta chiacchiere e andiamo avanti! Dobbiamo CONTINUARE X CAMBIARE!
In mattinata interviene sul caso del sottosegretario leghista indagato per corruzione anche Matteo Salvini: “Io penso a lavorare e la mia parola vale più dei sondaggi: il Governo durerà altri 4 anni e agli italiani non frega niente di quello che titolano i giornali o i telegiornali che rincorrono polemiche inutili. È per questo che vendono sempre meno e i dibattiti televisivi perdono ascolti”. Ma lancia anche un messaggio ai Cinque Stelle: “Invece di questionare sulle dimissioni di Tizio o Caio parliamo in Consiglio dei ministri degli studi di settore che massacrano gli italiani, vediamo se si litiga su quello e non su cose che non interessano nessuno. Vediamo se i 5 stelle ci daranno una mano a cancellare quello strumento di tortura fiscale che sono gli studi di settore, noi lo porteremo in Consiglio dei ministri”.