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Caso Shalabayeva, Bonino: “Fatto grave, qualcuno dovrà pagare”

Il Ministro degli esteri conferma che a livello politico il governo era stato tenuto all’oscuro della vicenda, ma funzionari del Ministero dell’interno e della Farnesina erano a conoscenza del blitz che ha portato all’espulsione della moglie del dissidente kazako Ablyazov.
A cura di Antonio Palma
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Si fa sempre più complicato il caso Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Ablyazov arrestata ed espulsa dall'Italia con un blitz della polizia nel maggio scorso. Dopo il passo indietro del governo Letta che ha revocato l'espulsione a cose già fatte, tra i ministri si cerca di capire come è stato possibile un blitz senza un consenso diretto da parte del governo italiano. Un altro tassello alla complicata vicenda lo ha aggiunto il ministro degli Esteri Emma Bonino, che in un colloquio con Repubblica ha raccontato di aver avvertito del caso Angelino Alfano e il premier Letta il 2 giugno scorso, durante la Festa della Repubblica, quando la donna era già nella capitale kazaka Astana. Bonino infatti spiega che lei stessa è venuta a conoscenza della vicenda solamente il 31 maggio e non ha potuto fare altro se non infuriarsi con lo staff del ministero.

"Sono ben consapevole della gravità di questa vicenda e della pessima figura fatta dall'Italia, e non a caso dalla notte del 31 maggio, da quando ne sono venuta a conoscenza, quasi non mi sono occupata d'altro" ha detto la Bonino, aggiungendo "Tutto quello che posso fare io lo farò. Qualcuno dovrà pagare, dovrà dire davanti all'opinione pubblica: si sono stato io". Insomma secondo il ministro in questa vicenda il livello politico è stato completamente escluso e la partita si è giocata solo a livelli tecnici e dirigenziali più bassi. "Evidentemente la pressione da parte del Kazakhstan è stata fortissima, ma si è scaricata ai livelli più bassi. Può darsi che abbiano approfittato del vuoto di potere al vertice degli apparati prima del 31 maggio" ha osservato la Bonino. Secondo alcune ricostruzioni di quelle ore infatti lo staff del ministero dell'interno era a conoscenza del fatto è ha approvato il blitz e anche i funzionari di rango della Farnesina furono coinvolti nella procedura.

Alfano, che in queste ore rimane il principale imputato politico della vicenda, è infuriato. "Diverse teste rotoleranno" avrebbe tuonato il vice Premier verso il suo staff chiedendo una relazione di tutto l'accaduto entro la prossima settimana. Entro pochi giorni infatti sono attesi i risultati dell'indagine interna affidata al capo della polizia Alessandro Pansa che dovrà individuare mancanze e responsabili di quella che si sta trasformando in una grave batosta per l'Esecutivo. Resta sempre da capire però come sia stato possibile che di fronte a richieste così pressanti da parte di uno stato estero nessun dirigente abbia pensato di avvisare i titolari dei due dicasteri interessati.

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