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Caso Sgarbi, Sangiuliano: “Ho subito preso le distanze, non accetto lezioni su rispetto delle donne”

“Sono da sempre categoricamente lontano dalle manifestazioni sessiste e dal turpiloquio. Ma sul tema della parità di genere e sul tema del rispetto delle donne sono chilometri e chilometri sono più avanti di voi, quindi lezioni su questo tema non ne accetto”: ha risposto così il ministro Gennaro Sangiuliano, intervenendo in question time sul caso Sgarbi.
A cura di Annalisa Girardi
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Il caso della serata di Vittorio Sgarbi al Maxxi, dove sono stati protagonisti sessismo e volgarità, arriva in Parlamento. Più precisamente alla Camera, dove il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, è tornato sui fatti rispondendo al question time. "Non capisco cosa potrei fare di più energico, essendo un non violento, orgogliosamente non violento, non posso ricorrere ad atti violenti nei confronti del sottosegretario Sgarbi. Io posso solo dire quello che ho detto nelle ore immediatamente successive con grande tempestività: sono da sempre categoricamente lontano dalle manifestazioni sessiste e dal turpiloquio", ha detto il ministro.

Sangiuliano, che aveva già preso le distanze dalle parole del sottosegretario, durante il question time ha aggiunto: "Credo tantissimo nel ruolo delle donne. Tanto che mi onoro di far parte di un governo che per la prima volta nella storia repubblicana è presieduto da una donna. E io sono assolutamente onorato di poter servire una donna. Su tema della parità di genere e sul tema del rispetto delle donne sono chilometri e chilometri sono più avanti di voi, quindi lezioni su questo tema non ne accetto".

E ancora: "Sono da sempre e categoricamente distante da manifestazioni sessiste e dal turpiloquio. Le giudico sempre e in ogni contesto inammissibili e ancor più inammissibili in un luogo di cultura e da parte di chi rappresenta le istituzioni. Il rispetto per le donne è una costante della mia vita e ne vado orgoglioso. Per me essere conservatori significa avere una sostanza e uno stile ma anche un'estetica del comportamento. La libertà di manifestazione del pensiero, che dev'essere sempre garantita a tutti e in maniera ampia trova un limite nel rispetto delle persone, anche le forme dell'espressione non devono mai ledere la libertà altrui. Le istituzioni cuturali devono essere aperte e plurali ma lontane da ogni forma di volgarità. Chi le rappresenta deve mantenere un rigore e deve essere un rigore più alto degli altri".

Le spiegazioni, però, non sono bastate al Partito democratico, che aveva presentato l'interrogazione. La capogruppo dem in commissione Cultura, Irene Manzi, intervenendo in replica all'intervento del ministro si è detta "insoddisfatta" della risposta. "Con le sue parole ferme di condanna, lei ha marcato la fine di ogni rapporto di fiducia con il sottosegretario Vittorio Sgarbi e anche con il direttore del Museo Alessandro Giuli, e a questo punto dovrebbero seguire fatti e comportamenti conseguenti. Le faccio questa domanda: un sottosegretario alla Cultura può parlare in quel modo senza che accada nulla? Può farlo senza che qualcuno gli ricordi che rappresenta le Istituzioni di un Paese dove il tema della violenza, degli stereotipi e dei pregiudizi di genere è problema nazionale, talmente forte da rendere complessa ogni azione per scardinarlo?", ha detto.

E ancora: "Valgono a poco le pubbliche scuse postume, se non ad alimentare una sensazione di ipocrisia e finto biasimo buoni a tacitare l'opinione pubblica. Vorremmo sapere cosa ne pensa la Presidente Meloni, se ritiene che Sgarbi possa continuare a rappresentare le istituzioni, nonostante quello che ha messo in scena nei giorni scorsi, offendendo le donne sul palco di una delle più importanti istituzioni italiane. Se così non fosse, da domani, il sottosegretario Sgarbi non dovrebbe ricoprire più il suo incarico. L'educazione verso i più giovani parte innanzitutto dall'esempio e le istituzioni sono le portatrici di un messaggio in cui riconoscersi. Che modello può rappresentare Vittorio Sgarbi?".

Anche dall'Alleanza di Verdi e Sinistra sono arrivate le accuse a Sangiuliano. Non basterebbero, in altre parole, le dichiarazioni di presa di distanza: a queste dovrebbero seguire fatti concreti come le dimissioni. "Da Sangiuliano molte dichiarazioni ma pochi fatti: uole essere ricordato come ministro della Cultura misogina? Constatiamo che il sottosegretario Sgarbi resta al suo posto dopo le esternazioni sessiste e volgari al Maxxi e dopo le aggressioni verbali al nostro collega Angelo Bonelli. E quando la responsabile delle Pari opportunità del ministero, Celeste Costantino, ha chiesto azioni concrete si è sentita dire dal ministro che non aveva tempo per queste faccende: ne sono seguite le dimissioni di Costantino dal suo incarico. Ci chiediamo se davvero Sangiuliano intenda proseguire lunga questa strada", hanno commentato Luana Zanella ed Elisabetta Piccolotti.

La replica di Sgarbi: "D'accordo con il ministro, mi spiace per chi si è offesa"

"Condivido pienamente la posizione del ministro Sangiuliano e mi dispiace con chiunque si sia offesa per parole che non riguardavano nessuna persona se non me e il mio cancro alla prostata", ha commentato il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. "Ringrazio tutte le donne e gli uomini che non si sono offesi per un uso del linguaggio che non ha alcun riferimento con i comportamenti descritti, ma si esaurisce nel circuito delle parole, secondo una consuetudine verbale che oggi ha caratterizzato in Senato anche l'intervento dell'onorevole Misiani, che ha parlato di ‘persone che si fanno un m… così'. Spero che le mie scuse con chi si è sentito turbato stabiliscano adesso una tregua. Ricordo che oggi su un quotidiano nazionale sono stato definito ‘handicappato' (insultando me e i portatori di handicap); non mi pare di aver letto parole di condanna".

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