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Il caso Sgarbi

Caso Sgarbi, l’opposizione attacca e il sottosegretario replica: “Contro di me miserabile aggressione”

Nell’Aula della Camera è iniziata la discussione sulla mozione presentata da M5s, Pd e Avs per revocare la nomina di sottosegretario a Vittorio Sgarbi. Domani è previsto il voto. Intanto lui si difende: “Contro di me aggressione miserabile”.
A cura di Annalisa Girardi
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A Montecitorio è iniziata la discussione sulla mozione presentata dalle opposizioni per revocare la nomina a sottosegretario alla Cultura a Vittorio Sgarbi. Che, da parte sua, replica denunciando un uso politico delle indagini che lo vedono protagonista e una "miserabile aggressione" nei suoi confronti. Dai banchi dei deputati del Movimento Cinque Stelle l'accusa è netta: "In quale altro Paese al mondo sarebbe possibile il verificarsi di una situazione come quella di Sgarbi? Ve lo dico io: nessuno. Tanto è vero che il suo caso sta rimbalzando sulle pagine della stampa internazionale, mettendo l'Italia per l'ennesima volta al pubblico ludibrio e assestando un nuovo colpo mortale al prestigio e all'onore delle nostre istituzioni, già messe a durissima prova dai casi Pozzolo, Delmastro, Gasparri, Santanchè e Durigon", ha detto il pentastellato Arnaldo Lomuti.

Per poi aggiungere: "Il caso Sgarbi rappresenta l'anello di una catena di scandali, conflitti di interesse e situazioni imbarazzanti che dipingono il quadro sconcertante di una questione morale che è tutta sulle spalle di Giorgia Meloni e della sua cerchia ristretta".

Dal Partito democratico, Irene Manzi ha sottolineato che il tema non sia quello della vicenda giudiziaria in sé, ma dell'opportunità politica: "La vicenda Sgarbi è tutta politica, di senso delle istituzioni, di esercizio delle proprie funzioni con disciplina e onore. Soprattutto di merito rispetto a un enorme e gigantesco conflitto di interessi che lo coinvolge. Di fronte al quale non basta rimettere gli atti all'Antitrust". E ancora: "Ormai da mesi assistiamo alle performance del sottosegretario senza che nessuno all'interno del governo senta la necessità di distinguere la propria posizione da quella del sottosegretario". Infine l'appello alla maggioranza: "Avete di fronte due strade: o togliere le deleghe al sottosegretario Sgarbi o votare a favore di questa mozione assumendovi finalmente delle responsabilità".

Il sottosegretario oggi ha commentato: "Pensare di colpire gli avversari politici utilizzando le falsità di lettere anonime o le azioni della magistratura appositamente sollecitate con inchieste giornalistiche farlocche è una pratica degna dei più torvi giustizialisti". Sgarbi si è poi detto sorpreso dell'atteggiamento dei dem, che hanno deciso di sottoscrivere la mozione. Ai Cinque Stelle invece ha intimato: "Non accetto lezioni di ‘moralità' da chi, come la deputata grillina Vittoria Baldino, nel 2018 è entrata in Parlamento da avvocato presentando una dichiarazione dei redditi di meno di 5 mila euro. Da Silvestri e Baldino miserabili aggressioni e un uso politico di indagini preliminari nate da una campagna diffamatoria del loro organo di propaganda, Il Fatto, e da una trasmissione, Report, che ha costruito un castello di accuse fatto di sospetti, insinuazioni e plateali menzogne, a firma di due cronisti che sui social prestano i loro servizi al fianco di noti esponenti delle opposizioni, come Alessandro Di Battista. Non è giornalismo, è lotta politica".

La discussione nell'Aula della Camera proseguirà domani, quando si dovrebbe anche arrivare alle votazioni. Per oggi i banchi della maggioranza sono rimasti pressoché vuoti, come denunciato anche dalla deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, Elisabetta Piccolotti, che ha condiviso sui social una foto dell'Aula mezza vuota scrivendo: "Discussione generale sulla mozione di sfiducia a #Sgarbi: non solo nessuno della maggioranza si è iscritto a parlare, ma nessuno si è proprio presentato. L’imbarazzo della destra è palese, abbiano il coraggio di liberarsene. Basta un voto favorevole per sottrarsi alla vergogna".

Nel suo intervento poi la deputata ha sottolineato come "disciplina e onore sono le due parole con cui la Costituzione impone di svolgere l'incarico pubblico", affermando che "ci sono casi in cui questo distacco è particolarmente evidente e i comportamenti di un singolo danneggiano il prestigio dello Stato e della comunità dei suoi rappresentanti". Piccolotti quindi ha concluso: "Spiace essere soli con i colleghi dell'opposizione, vedere i banchi vuoti della destra e registrare che nessuno della maggioranza abbia chiesto la parola, preferendo di fatto la fuga da questo tema. Sgarbi è un sottosegretario imbarazzante per l'Italia, vi suggeriamo di liberarvene, basterà il voto favorevole domani".

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