Caso Sea Watch, archiviate le indagini per l’equipaggio della nave: “Un dovere salvare vite in mare”
Il salvataggio in mare non solo non viene ascritto come reato, ma è definito come un dovere. Il caso della Sea Watch si chiude dopo due anni di indagini con il proscioglimento dalle accuse per il comandante Arturo Centore e per l'equipaggio della nave della Ong tedesca che nel maggio 2019 soccorse in mare 65 migranti. Ad anticipare la decisione presa dal giudice per le indagini preliminari è Avvenire che riporta parte del dispositivo della sentenza secondo cui "i soccorritori agiscono perché costretti dalla necessità di salvare le persone che si trovano a bordo delle precarie imbarcazioni con le quali effettuano le traversate nel Mar Mediterraneo". Non solo, nel testo viene ribadito che le persone coinvolte nelle indagini in questi due anni avrebbero adempiuto "ai doveri previsti dalle fonti nazionali e sovranazionali, che impongono agli Stati e ai comandanti delle imbarcazioni tutte, pubbliche e private, il salvataggio delle vite umane in mare".
Il caso Sea Watch
Il reato ipotizzato per gli iscritti nel registro degli indagati, compreso il capitano Arturo Centore, era quello di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La nave della Ong tedesca nel maggio del 2019 aveva soccorso 65 migranti a circa 30 miglia dalle coste libiche e su indicazione di Centore si era diretta verso le acque italiane, fermandosi a Lampedusa dove le persone a bordo furono fatte sbarcare e l'imbarcazione fu messa sotto sequestro e perquisita dalla Guardia di Finanza. Centore fu interrogato per ore, ribadendo che avrebbe rifatto le stesse scelte senza batter ciglio: "Per salvare vite umane rifarei tutto quanto", aveva detto. Oggi, il proscioglimento dalle accuse e la conseguente archiviazione delle indagini gli hanno dato ragione.
Sea Watch, Mare Jonio e il dovere di salvataggio in mare
Una storia che si intreccia con quella della Mare Jonio, la nave della Ong Mediterranea anch'essa sequestrata nel 2019 dopo un'operazione di salvataggio in mare. Ieri dalla Procura di Agrigento è arrivata la richiesta di archiviazione motivata in base al fatto si sarebbe "adempiuto il dovere di salvataggio di persone in pericolo di vita in mare". Anche la Mare Jonio, dopo aver salvato trenta migranti si diresse verso le coste di Lampedusa, ignorando l'indicazione del Ministero dell'Interno di sbarcare in Libia. Da lì, le indagini per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina a carico del comandante Massimiliano Napolitano e dell'armatore Beppe Caccia. Due vicende che diventarono subito un caso politico e che da oggi torneranno a far discutere, soprattutto se anche la richiesta di archiviazione per la Mare Jonio dovesse essere accolta.