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News sul caso Daniela Santanchè

Caso Santanchè, perché Procura ha chiesto di andare a processo e le opposizioni vogliono le dimissioni

È arrivata la seconda richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Milano ai danni della ministra del Turismo Daniela Santanché: l’ipotesi è di falso in bilancio, mentre a maggio era arrivata quella per truffa ai danni dell’Inps. Pd, M5s e Avs chiedono le dimissioni, ma la ministra non ha commentato il caso.
A cura di Luca Pons
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A circa due mesi dalla prima, per la ministra del Turismo Daniela Santanchè è arrivata una nuova richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Milano. La prima, a maggio, riguardava l'ipotesi di truffa aggravata ai danni dell'Inps perché alcuni dipendenti del gruppo Visibilia sarebbero stati messi a loro insaputa in cassa integrazione Covid. La seconda invece è sull'ipotesi di falso in bilancio per la gestione dei conti di tre società dello stesso gruppo.

Nelle ultime ore, la ministra Santanchè non ha commentato la vicenda giudiziaria, né i suoi risvolti politici. Come già avvenuto negli scorsi mesi, sembra probabile che Santanchè non abbia alcuna intenzione di dimettersi. Lo aveva confermato quando era stata indagata, e lo aveva poi riconfermato dopo il primo rinvio a giudizio. I rappresentanti delle opposizioni, comunque, sono tornati a chiedere che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenga.

"Continuiamo ad attendere che Meloni chieda un passo indietro a una sua ministra accusata pure di truffa aggravata ai danni dello Stato", ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein nella sua relazione alla Direzione nazionale del partito. Poche ore prima, il deputato dem Virginio Merola aveva attaccato: "La domanda è: una pessima amministratrice delle sue società, la quale si sarebbe approfittata di fondi statali, può ricoprire incarichi pubblici? Cos'altro deve accadere perché la premier Meloni pretenda le sue dimissioni?".

Numerose richieste anche dal Movimento 5 stelle: la senatrice Sabrina Licheri (componente della commissione Turismo) ha detto che "come al solito il governo tace e continua a fare muro di sbarramento a difesa della ministra. È paradossale, considerata anche la sua incapacità di gestire un ministero così importante come quello del Turismo". Non sono mancati i riferimenti alla più recente uscita della ministra, quella sugli elicotteri per portare i turisti a Cogne: "Il delirio irricevibile sugli elicotteri da e per Cogne è solo l'ultimo di venti mesi vissuti con il volto di bronzo di chi sa che può dire e fare ciò che vuole, tanto nessuno la schioderà dalla poltrona. Le auguriamo di chiarire tutto davanti ai giudici. Per farlo al meglio però, deve lasciare immediatamente il ruolo di ministro del Turismo", ha affermato il senatore M5S Antonio Trevisi.

Subito dopo la notizia della richiesta di rinvio a giudizio, poi, era arrivato l'intervento del deputato di Avs Angelo Bonelli: "La ministra Santanchè metta le ali ma dal governo. Necessarie dimissioni immediate, non può fare la ministra. Si dimetta per la sua incapacità e il modo imbarazzante con cui presiede il suo dicastero. Ma il vero scandalo è la premier Meloni, che tollera che nella sua maggioranza ci siano deputati assenteisti e ministri rinviati a giudizio".

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