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News sul caso Daniela Santanchè

Caso Santanchè, perché le opposizioni chiedono le dimissioni della ministra dopo l’inchiesta di Report

Dopo l’inchiesta di Report sulle aziende legate a Daniela Santanchè, Ki Group e Visibilia, scoppia il caso politico. Dall’opposizione arrivano le richieste di dimissioni per la ministra del Turismo: a Giorgia Meloni, invece, si chiede di prendere posizione.
A cura di Annalisa Girardi
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È bufera su Daniela Santanchè. Dopo la puntata di Report, in cui sono emerse accuse di pagamenti mancati ai fornitori, di dipendenti in cassa integrazione costretti a lavorare comunque, di tfr mai percepiti da quelli licenziati e di una sostanziale gestione poco trasparente dei bilanci, è scoppiato un vero e proprio caso politico sulla ministra del Turismo. Con varie richieste di dimissioni da parte dell'opposizione. Che chiedono anche a Giorgia Meloni di prendere posizione e di non restare in silenzio davanti a queste pesanti accuse.  Da parte sua Santanchè ha smentito tutto, annunciando di aver dato mandato ai suoi legali contro la trasmissione, che avrebbe diffuso "notizie rappresentate in forma del tutto suggestiva e unilaterale per fornire una ricostruzione dei fatti che risulta radicalmente non corrispondente al vero, ispirata esclusivamente dalla finalità di screditare l'immagine e la reputazione della sottoscritta presso l'opinione pubblica".

L'inchiesta di Report sull'attività imprenditoriale di Santanchè

Nell'inchiesta di Report in questione, titolata "Open to fallimento" (un richiamo alla recente discussa campagna del ministero del Turismo per promuovere l'Italia all'estero) e firmata da Giorgio Mottola, vengono riportate alcune testimonianze legate a due società in particolare, Ki Group e Visibilia. Secondo quanto riportato dalla trasmissione, ci sarebbero stati vari problemi: dal mancato saldo delle forniture a bilanci in rosso poco trasparenti, e lavoratori che ancora aspetterebbero la liquidazione.

Questi avrebbero riguardato in particolare l'azienda di alimentare biologico Ki Group, acquisita da Santanchè insieme all'ex compagno Canio Mazzaro nel 2006. Negli anni successivi l'azienda avrebbe accumulato una serie di debiti (fino a 8 milioni di euro) con dei fornitori. Una nuova società, la Ki Group Srl, sarebbe stata creata proprio per scongiurare problemi di bilancio, lasciando tutti i debiti alla società originaria. A causa di questi mancati pagamenti, però, un'azienda fornitrice, AT&B, entrò in crisi.

Nei passaggi tra un'impresa e l'altra, inoltre, ci furono alcuni licenziamenti: gli ex dipendenti in questione hanno raccontato a Report di essere ancora in attesa di ricevere il trattamento di fine rapporto, cioè il tfr. In totale, ci sarebbero sul tavolo cifre per decine di migliaia di euro.

Altri problemi sono stati denunciati per quanto riguarda Visibilia Srl, che fa parte di Visibilia Editore, di cui Santanchè non è più azionista principale del gruppo dall'inizio del 2022 e di cui il tribunale di Milano ha chiesto il fallimento lo scorso aprile, per poi revocarlo in seguito al pagamento di parte dei debiti. Nel caso di Visibilia, ci sarebbe un caso riguardante la cassa integrazione: una dipendente sarebbe stata messa in cassa integrazione senza però essere avvisata, e avrebbe quindi continuato a lavorare normalmente. Se la testimonianza venisse confermata, si potrebbe profilare il reato di truffa ai danni dello Stato.

Le opposizioni chiedono le dimissioni della ministra Santanchè

Santanché ha negato che ci sia del vero in queste accuse e ha appunto annunciato la querela contro Report. Il Partito democratico, però, ha chiesto alla ministra di chiarire la questione riferendo in Aula. Secondo La Stampa anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrebbe chiesto a Santanchè un chiarimento pubblico, precisando che nel caso di rinvio a giudizio si aspetta delle dimissioni.

"Il punto non è il rinvio a giudizio. La Santanchè è penalmente innocente fino a prova contraria e ultimo grado di giudizio. Il punto è chiarire quali comportamenti rilevati sono veri e quali falsi. Basta una conferenza stampa vera. Se non chiarisce si deve dimettere", ha commentato il leader di Azione, Carlo Calenda.

"Far finta di niente dopo l'inchiesta di Report come sta facendo Santanchè non è risposta giusta. La presidente Meloni non può voltarsi dall’altra parte, la ministra se non chiarisce deve dimettersi. Parlamento e opinione pubblica hanno il diritto di sapere", ha aggiunto Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana.

"Alla luce di quanto sta emergendo la Ministra Santanchè dovrebbe fare un passo indietro e dimettersi. Invece tace e resta al suo posto. Dalla presidente del Consiglio ci aspettiamo una decisione rapida nell'interesse della credibilità del suo stesso governo", ha commentato Debora Serracchiani, del Partito democratico.

Tante le voci critiche tra i dem. "Abbiamo una ministra imprenditrice spericolata, accusata di collezionare fallimenti e di non pagare dipendenti e fornitori. Santanchè intanto glissa e non risponde. In passato abbiamo visto membri del governo dimettersi per molto meno. Come può Meloni far finta di niente?", ha aggiunto Enzo Amendola.

"Fornitori non pagati, dipendenti lasciati senza tfr, licenziamenti, Cig Covid utilizzata senza diritto e molto altro. Le accuse di Report a Santanchè sono gravissime e tuttora senza risposta. In un Paese serio ci si dimette per molto meno. Meloni cosa ci dice?", twitta Chiara Gribaudo.

E infine, Peppe Provenzano scrive: "Quello che sta emergendo su Daniela Santanchè è incompatibile con un solo minuto in più nel ruolo di ministra della Repubblica. Non ci sono alternative: dimissioni. Giorgia Meloni non taccia, assicuri la credibilità delle istituzioni. Altrimenti è complice del loro discredito".

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