Caso Santanchè, la ministra di Fratelli d’Italia riferirà in Senato il prossimo 5 luglio
C'è una data per l'informativa in Parlamento della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, fortemente richiesta dopo la bufera di polemiche seguite alla puntata di Report sulle aziende da lei gestite. La senatrice sarà a Palazzo Madama mercoledì prossimo, il 5 luglio. A insistere perché l'esponente di Fratelli d'Italia si recasse in Aula erano state le opposizioni, che le avevano detto di chiarire le accuse ricevute o, in alternativa, di dimettersi. Non solo: anche alcuni esponenti di Lega o Forza Italia avevano sottolineato che fosse opportuno un passaggio in Parlamento per chiarire tutta la faccenda.
La decisione è stata presa nella conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. "Non costituisce un precedente e la ministra avrà piena libertà di decidere se riferire solo al Senato o in entrambe le Camere", ha commentato il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
"Ringrazio la ministra Santanchè della sua disponibilità, perché non era tenuta a questa informativa a fronte di una caso che si è creato solamente, al momento, per una trasmissione televisiva. Viceversa, il governo ha ritenuto non accoglibile la richiesta dell'opposizione di sottoporre la ministra Santanchè a un fuco di fila durante il Questione Time. Ipotesi che abbiamo rigettato perché si sarebbe trasformato in un tiro al bersaglio, in quanto è strutturato in maniera tale che l'interrogato sia sempre in posizione subalterna rispetto all'interrogante", ha commentato invece il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, al termine della capigruppo. "Riteniamo che l'informativa sia lo strumento più adatto per consentire alla ministra di spiegare e a tutti di poter intervenire", ha aggiunto.
Intanto dalla relazione depositata il 2 maggio scorso ai pm di Milano, scritta da Nicola Pecchiari, docente alla Bocconi e consulente della Procura, emergono nuovi dettagli rispetto all'inchiesta in corso nel capoluogo lombardo. Nel documento si legge che Santanchè si sarebbe impegnata, tentando di risanare il gruppo Visibilia, da lei fondato, con "versamenti" per aumenti di capitale e "garanzie" sui debiti per una cifra superiore ai 3,6 milioni di euro. Tuttavia, "non sono disponibili informazioni patrimoniali specifiche per poter verificare la capienza" economica "in termine di soddisfazione degli impegni presi".