Caso Santanchè, ecco quando la ministra andrà in Parlamento a riferire la sua versione dei fatti
Se inizialmente Daniela Santanché aveva annunciato querele, ora si dice "fiera e orgogliosa" di andare in Parlamento per spiegare e chiarire le vicende al centro della puntata di Report che aveva fatto scoppiare il caso sulla ministra del Turismo. Un caso che continua ad agitare le acque nella maggioranza, con la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha sottolineato come la richiesta delle Camere sia legittima e si è detta contenta della disponibilità della compagna di partito.
"Io sono tranquilla. Perché mio padre, che oggi non c’è più, mi diceva due cose: se non fai male non aver paura e se non rubi non devi nascondere. Io sono solo preoccupata per mio figlio che soffre e non capisce determinata dinamiche. Per il resto sono molto resiliente", ha commentato Santanchè durante un evento a Capri.
Non è ancora chiaro quando la ministra si presenterà in Aula per riferire sull'inchiesta che riguarda due aziende a lei legate. Inchiesta, quella del programma di Rai 3, che ha fatto emergere accuse di pagamenti mancati ai fornitori, bilanci poco trasparenti, tfr a ex dipendenti ancora da riconoscere, incongruenze sulla cassa integrazione.
Secondo alcune indiscrezioni di stampa Santanchè potrebbe presentarsi in Aula nel corso della settimana, forse giovedì 29 giugno. Il Movimento Cinque Stelle ha scritto ai presidente di entrambi i rami del Parlamento chiedendo di calendarizzare al più presto il passaggio della ministra in Aula. Martedì però l'attenzione dei parlamentari sarà tutta sul decreto Lavoro, mentre mercoledì sulle dichiarazioni di Meloni in vista del Consiglio europeo. Per questo giovedì sembra il primo giorno utile per portare il caso Santanchè in Aula.
Aula che dovrebbe essere quella del Senato, dove la ministra è stata eletta. Ma potrebbe anche decidere di presentarsi alla Camera (è una decisione che può prendere la diretta interessata), dove i numeri della maggioranza sono più rimpolpati. Anche se, in realtà, i numeri non contano molto: trattandosi di una semplice informativa, infatti, non è previsto alcun voto alla fine dell'intervento della ministra.