Caso Santanchè, cosa succede adesso e quando potrebbero arrivare le dimissioni della ministra
La lunga serie sulla vicenda politico-giudiziaria di Daniela Santanchè avrà degli episodi supplementari. Ad assicurarlo è stata la stessa ministra del Turismo che parlando con la stampa a Verona la mattina del 24 gennaio ha detto che nessuno dal governo le ha chiesto di dimettersi, dopo il suo rinvio a giudizio per false comunicazioni sociali, come ex amministratrice della società Visibilia. Santanchè così ha spento per il momento le voci su un'imminente uscita dal governo, che si erano rincorse per giorni, dopo la decisione dei magistrati.
Il caso dentro l'esecutivo Meloni però è tutt'altro che chiuso. I filoni giudiziari che coinvolgono Santanchè infatti sono diversi. Quello politicamente più delicato – per stessa ammissione della "Pitonessa" – riguarda la presunta truffa all'Inps sui contributi Covid, ricevuti da Visibilia nel periodo della pandemia. Su questo fronte, già nei prossimi giorni sono attese novità, che potrebbero costringere la ministra al passo indietro.
La data cerchiata in rosso è quella del 29 gennaio, il giorno in cui la Cassazione deciderà se mantenere il procedimento a Milano o spostarlo a Roma, come chiesto dagli avvocati di Santanchè. Nel caso in cui venisse riconosciuta la competenza al tribunale della capitale, le procedure dovrebbero ripartire quasi daccapo e l'esponente di Fratelli d'Italia guadagnerebbe diversi mesi, prima del possibile rinvio a giudizio.
Ancora possibile un passo indietro
Cosa succederebbe se invece la Suprema Corte si pronunciasse per mantenere il procedimento nel capoluogo lombardo? Negli ambienti di governo e di Fdi più di uno sostiene che in quel caso il destino di Santanchè sarebbe segnato e Meloni ne chiederebbe subito le dimissioni. La linea di trincea dalla ministra invece è scavata più in là. Ha spiegato ai giornalisti a Verona: "Ho sempre detto che sulla questione della cassa integrazione avrei sicuramente fatto, se fossi stata rinviata a giudizio, cosa che per adesso non c'è, un passo indietro, perché ne capisco le motivazioni politiche”.
Santanchè sembra quindi intenzionata a resistere ancora, fino a quando il giudice delle indagini preliminari sceglierà se mandarla a processo per truffa oppure no. Una decisione che potrebbe arrivare comunque a stretto giro, se l'inchiesta restasse a Milano. Ma non è detto che Meloni accetti di esporre il governo ad altri giorni di attacchi e polemiche, per garantire una via di fuga alla sua ministra, con cui i rapporti sembrano essere ormai piuttosto gelidi. E sulla cui testa pende anche una mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle. Conclusione, il braccio di ferro sulle dimissioni che la Santa oggi ha cercato di mettere in ghiaccio, potrebbe riproporsi molto presto.