Caso Santanchè, anche Lega e Forza Italia chiedono alla ministra di riferire in Parlamento
La polemica intorno al caso scoppiato sulla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, si allarga di ora in ora. E se le opposizioni chiedono a gran voce le dimissioni dell'esponente di Fratelli d'Italia dal suo ruolo nel governo Meloni – fin qui nulla di strano – ora anche nella maggioranza impazzano i dubbi. Il primo a parlare, questa mattina, è stato il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari: "Santanchè ha detto di essere assolutamente tranquilla, ha detto che quando sarà il momento verrà in Parlamento a spiegare le sue ragioni – ha detto a Rainews24 – aspettiamo che spieghi le sue ragioni, ma i processi non si fanno in televisione con le inchieste giornalistiche, se ci sarà qualcosa saranno altri organismi a dover intervenire non certo Report".
Molinari ha preso immediatamente le distanze dall'inchiesta giornalistica, ma ha lanciato un messaggio chiaro: la Lega si aspetta delle spiegazioni dalla ministra. Tanto che poche ore dopo ci ha pensato l'altro capogruppo del Carroccio, Massimiliano Romeo, a confermare che quella del collega non era un'uscita casuale, ma un'indicazione di partito: "Se Molinari ha fatto questo intervento avrà avuto le sue ragioni, questa è la linea che teniamo – ha detto a Un Giorno da Pecora su Rai Radio1 – Dimissioni? No, questo no, noi abbiamo sempre avuto una posizione garantista. Venendo a spiegare in Aula la questione però potrebbe chiarire ulteriormente".
Dal fronte di Forza Italia non è bastata l'acqua gettata sul fuoco dal ministro degli Esteri e leader pro tempore del partito, Antonio Tajani, che ha garantito che è "tutto a posto". Il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, ha spiegato di essere d'accordo con la linea leghista, sempre a Un Giorno da Pecora: "È giusto che lei spieghi i contorni della vicenda affinché non ci siano dubbi – ha detto l'esponente forzista – è giusto che la chiarisca, in Parlamento o in tv, contribuendo a eliminare qualunque possibile velo di incertezza". Poi la parziale rettifica arrivata in serata: "Alcuni resoconti di agenzia rischiano di travisare il mio pensiero – ha affermato in una nota – Ho detto e ribadisco che non rilevo ombre e non ho motivo di dubitare della correttezza da lei rivendicata. Sarà lei, se ritiene, a precisare o intervenire nelle sedi che eventualmente riterrà opportune". E nel frattempo cresce l'imbarazzo della presidente Meloni, sia per via dell'appartenenza di Santanchè al suo partito, sia per il ruolo che ha nel governo.