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Caso Boccia-Sangiuliano

La Corte dei Conti del Lazio ha aperto un’indagine sul caso Sangiuliano e sulle spese per i viaggi

Il caso dell’ex ministro Sangiuliano e di Maria Rosaria Boccia è arrivato all’attenzione della Corte dei Conti del Lazio, che ha aperto un fascicolo per verificare se ci sia stato danno erariale. Servirà a capire se i soldi pubblici sono stati usati – direttamente o indirettamente, come nel caso delle auto blu – in modo improprio da Sangiuliano, che si è detto “lieto” dell’indagine.
A cura di Luca Pons
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La procura regionale della Corte dei Conti del Lazio, a quanto risulta, ha aperto un fascicolo sul caso dell'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (sostituito da Alessandro Giuli dopo le dimissioni) e Maria Rosaria Boccia. I magistrati, sotto il coordinamento del procuratore regionale Paolo Rebecchi, verificheranno se ci siano stati possibili danni erariali nello svolgersi della vicenda: si parla dell'uso di soldi pubblici, anche in modo indiretto, ad esempio con l'impiego di auto blu e scorte per il trasporto di persone che non ne hanno diritto. "Lieto che la Corte dei Conti possa accertare la correttezza dei miei comportamenti. Ribadisco: non un euro pubblico è stato speso e lo dimostrerò carte alla mano", ha dichiarato Sangiuliano.

Le indagini sull'utilizzo di risorse pubbliche per i viaggi con Boccia

Il via alle indagini non è una sorpresa. Già alcuni giorni fa, proprio mentre l'allora ministro Sangiuliano minacciava di denunciare la donna per diffamazione, era emerso che la Corte dei Conti stava seguendo gli sviluppi dello scandalo e che probabilmente sarebbe partito un approfondimento. Nelle scorse settimane, infatti, tra gli aspetti più discussi del caso c'è stato l'utilizzo di risorse pubbliche per pagare viaggi a Boccia, una privata cittadina che formalmente non aveva un ruolo nel ministero della Cultura.

Sangiuliano ha affermato più volte, appunto, che "neanche un euro" di soldi pubblici è stato speso per gli spostamenti della donna, affermando di aver pagato lui personalmente. Questa è anche la versione abbracciata da Giorgia Meloni, che ha insistito che non sia avvenuto nessun illecito e che si sia trattato interamente di una vicenda privata.

Nelle ipotesi di danno erariale anche l'utilizzo di auto blu

Ma a sua volta Maria Rosaria Boccia non ha mai fatto marcia indietro sul fatto che per i suoi viaggi si sarebbe interfacciata con la segreteria del ministero, e che le risultava che fosse proprio il ministero a pagare. Non solo: dentro le ipotesi di danno erariale ricadono anche l'utilizzo delle auto blu e quello della scorta, ad esempio. Mentre Sangiuliano aveva detto che questi mezzi erano stati usati per accompagnare Boccia solo per brevi tragitti, lei ha replicato che l'auto blu del ministro l'ha trasportata più volte in lunghi viaggi, ad esempio da Roma a Pompei, ma anche a suoi eventi privati a cui Sangiuliano voleva essere presente.

Starà quindi ai giudici capire quale sia la verità, confrontando i documenti ufficiali e tutti gli elementi che aiutino a dimostrare come sono stati usati davvero i soldi pubblici e le altre utilità. Se dovesse risultare che c'è stato un danno erariale (cioè un danno economico) allo Stato, e che c'è una responsabilità dell'ex ministro, allora potrebbero scattare delle sanzioni, a partire dal risarcimento. Per adesso, però, il lavoro dei magistrati è appena iniziati: sul caso si tiene il massimo riserbo, e con tutta probabilità l'esito delle verifiche contabili non arriverà a breve.

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