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Caso Ruby, parla Napolitano: “Fare chiarezza al più presto”

Bisogna fare chiarezza nelle sedi della giustizia secondo la nota del Quirinale. Gli auspici di Napolitano contro il “turbamento dell’opinione pubblica” causato dallo scandalo Ruby.
A cura di Alessio Viscardi
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napolitano e berlusconi

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, interviene ufficialmente nel caso Ruby, la minorenne marocchina che avrebbe avuto rapporti sessuali a pagamento con Silvio Berlusconi e che innescato la miccia dello scandalo Bunga Bunga, festini a base di sesso nelle residenze di Arcore e Villa San Martino. Il “turbamento dell'opinione pubblica” causato dalla divulgazione delle ipotesi di reato contestate dalla Procura della Repubblica di Milano al presidente Berlusconi rende urgente un “chiarimento nelle sedi della giustizia”. Questa l'opinione del supremo garante della Costituzione italiana.

Il Quirinale smentisce anche le informazioni divulgate dalla stampa, secondo cui il Presidente del Consiglio avrebbe telefonato al presidente Napolitano per conferire sulla questione Ruby. Nella note del Colle si legge che Napolitano è consapevole del turbamento causato dalle ultime vicende politiche nell'opinione pubblica, quindi si rende urgente che nelle sedi giudiziarie previste dall'ordinamento democratico si proceda alla verifica dei reati ascritti al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

L'opposizione parla attraverso Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico “Il mondo ci guarda. E, visto che ce l’ha così intensa, Berlusconi si ritiri a vita privata”. Il motivo per cui l'opposizione non riesce a sconfiggere Berlusconi, continua Bersani, gli è stato confidato da Indro Montanelli nel 1996: “Lei è un bravo ragazzo. Per questo di Berlusconi voi non vi libererete mai. Lei distingue tra verità e menzogna. Lui no. Tratta la menzogna come fosse verità, fino al punto di crederci”.

Contro Silvio Berlusconi insorge anche il mondo cattolico. L'Avvenire, il quotidiano della Cei, spara ad alzo zero contro il Presidente del Consiglio dei Ministri. La conferenza episcopale italiana denuncia un “irrespirabile polverone” dal quale è necessario uscire al più presto. I vescovi chiedono sobrietà alla politica attraverso le parole del direttore Marco Tarquinio: “anche solo l’idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora, di prostituzione minorile ferisce e sconvolge”.

Nicole Minetti, l'igenista dentale diventata consigliere regionale in Lombardia – che secondo gli inquirenti selezionava le prostitute maggiorenni e minorenni da portare nelle cene di Arcore per partecipare al Bunga Bunga (festini in topless in cui le giovani escort dovevano mimare amplessi lesbichi tra loro ed avere rapporti sessuali con gli invitati di Berlusconi) – si discolpa e difende il presidente del Consiglio: “Berlusconi non sapeva che Ruby fosse minorenne”.

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