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Caso Ruby, la Camera rinvia gli atti alla procura di Milano per “incompetenza”

Dopo un dibattito durato quattro ore la Camera dei deputati con 315 sì, 298 no e una astensione ha confermato il parere della Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio in merito al caso Ruby che aveva proposto di restituire gli atti alla Procura di Milano.
A cura di Cristian Basile
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La Camera ha approvato la proposta della Giunta delle autorizzazioni di rinviare alla procura di Milano gli atti relativi alla richiesta di perquisizione degli uffici della segreteria del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La proposta ha ottenuto 315 voti a favore, 298 no e un astenuto, il finiano Luca Barbareschi.

Sale dunque a 315 la maggioranza grazie ad Aurelio Misiti che oggi ha annunciato di aver lasciato il Movimento per le autonomie per passare  nelle file della coalizione che sostiene il governo e che ha votato favore del rinvio degli atti sulla perquisizione dello studio del contabile personale di Silvio Berlusconi. La relazione di maggioranza prevede il rinvio degli atti alla procura di Milano in quanto ritiene competente il Tribunale dei ministri poiché Berlusconi avrebbe telefonato alla questura milanese per chiedere notizie di Karima "Ruby" el Mahroug in quanto la riteneva nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak.

Il capogruppo Pd alla Camera Dario Franceschini, durante il dibattito aveva chiesto a Berlusconi – che non era presente – di dimettersi: "Berlusconi sta facendo del male all'Italia, ha esposto il Paese al ridicolo davanti al mondo e a rischi dovuti al fatto che è ricattabile. L'unico atto che potrebbe fare per il bene del paese è dimettersi e consentire alla politica di tornare al normale confronto tra maggioranza e opposizione, tra avversari che possono trovare intese per il bene del paese, anche sul federalismo. Chiunque verrà dopo di lei troverà una montagna di macerie – ha detto Franceschini -, non solo economiche, anche di valori".

Molto critico anche Antonio Di Pietro: "Ancora una volta il premier obbliga il Parlamento ad occuparsi dei fatti suoi anzichè del Paese" affermando che Silvio Berlusconi chiede "un atto illegale e incostituzionale, una prevaricazione: vorrebbe che il Parlamento si sostituisse al suo giudice naturale. E' un'offesa all'intelligenza" ritenere che rientri nelle funzioni istituzionali del Presidente del Consiglio fare "telefonate notturne in Questura per aiutare una minorenne".

Ottimista invece Umberto Bossi: "I numeri sono buoni, per adesso andiamo avanti", così come fiducioso è il ministro della Giustizia, che aveva annunciato "la maggioranza sarebbe stata compatta, non nella difesa di Berlusconi in quanto persona, ma nella difesa del diritto di un parlamentare. La nostra maggioranza ha dimostrato unità negli ultimi mesi, credo lo sarà anche questa volta".

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