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Caso Ruby: il Pdl chiede un’azione disciplinare contro la Procura di Milano

I capogruppi del Pdl Gasparri e Quagliariello hanno presentato un’interrogazione urgente al ministro Alfano affinché intraprenda azioni disciplinari nei confronti della Procura di Milano, rea a loro avviso di pesanti violazioni nell’inchiesta Ruby.
A cura di Alfonso Biondi
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Daniela Santanche

Scontro frontale. Arriva un nuovo durissimo attacco della politica ai danni della magistratura, ovviamente sul caso Ruby. Oggi i capogruppi del Popolo della libertà Gasparri e Quagliariello hanno presentato un'interrogazione urgente al Ministro della Giustizia. Motivo? Le "pesanti violazioni" delle quali la Procura di Milano si sarebbe resa protagonista nelle attività di indagine nei confronti di Silvio Berlusconi. Per questo motivo i due hanno chiesto al Ministro Angelino Alfano

Se non ravvisi l’opportunità di intraprendere le iniziative ispettive e disciplinari di propria competenza al fine di verificare la correttezza o meno dell’operato della Procura della Repubblica di Milano in ordine alle prerogative parlamentari di cui all’articolo 68 della Costituzione e relative norme di attuazione, con particolare riguardo all’intercettazione indiretta di comunicazioni e all’acquisizione di tabulati telefonici.

Per "pesanti violazioni" i due intendono la pubblicazione di alcune intercettazioni e alcune dichiarazioni della Procura milanese, oltre alla tempistica con la quale il Cavaliere è stato iscritto nel registro degli indagati: i capigruppo infatti hanno paventato l'ipotesi di un'iscrizione tardiva al fine di applicare il rito immediato.

Dopo le bollenti dichiarazioni di Chiara Danese e Ambra Battilana sulle serate di Arcore, il Pdl reagisce quindi in questo modo, continuando ad alimentare l'aria pesante che tira in questi giorni. Lo scontro tra magistratura e politica sta coinvolgendo sempre più anche la società civile che si sente parte in causa e che prende le parti di una fazione o dell'altra. A volte esagerando. In questi giorni per esempio a Milano sono stati affissi dei manifesti a firma Associazione dalla parte della democrazia che recitavano "Via le Br dalle procure", un chiaro segno che la lotta tra istituzioni sta coinvolgendo non solo politica e magistratura. Il capo della Procura milanese Edmondo Bruti Liberati ha replicato così:  "Rammento che a Milano le Br in procura ci sono state davvero, per assassinare magistrati". Ma lo scontro va avanti.

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