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Caso Ruby: alle 18 le dichiarazioni di voto

Alle 18 inizieranno le dichiarazioni di voto alla Camera sul caso Ruby.
A cura di Alfonso Biondi
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Giorno del caso Ruby alla Camera. Dopo il pareggio in Commissione sul federalismo, la giornata di oggi attende un altro importante verdetto politico. Tra un pò, infatti, la Camera dovrà votare la decisione della Giunta per le autorizzazioni

Camera dei deputati

. E' stato il vicepresidente della Camera Antonio Leone ad aprire la discussione di rito. Leone, che ha parlato in veste di relatore di maggioranza della Giunta per le autorizzazioni, ha proposto di restituire gli atti con cui la Procura di Milano ha chiesto di poter perquisire l’ufficio di Giuseppe Spinelli.

Alle 18 inizieranno le dichiarazioni di voto, dichiarazioni che sarà possibile seguire in diretta tv. Per il Popolo della Libertà prenderà la parola Maurizio Paniz, capogruppo nella Giunta per le autorizzazioni; per il Partito Democratico toccherà al capogruppo Dario Franceschini. Nino Lo Presti interverrà per Futuro e Libertà, per l'Italia dei valori parlerà  Antonio Di Pietro, per l'Udc Rocco Buttiglione, per la Lega Nord Carolina Lussana e per l'Api Bruno Tabacci. Il voto finale avrà inizio intorno alle 20:00.

Aggiornamenti. Il leader dell'Italia dei Valori Antonio di Pietro, nel suo intervento, ha avuto parole molto dure nei confronti del Presidente del Consiglio: "quello che chiede al Parlamento è illegale, perché è illegale sottrarsi al proprio giudice naturale. In questo Parlamento non c'è più dignità". Di Pietro inoltre afferma di considerare "squallida" questa vicenda: "E’ un'offesa al buon senso ritenere che rientri nelle competenze del Presidente del consiglio fare telefonate notturne per salvare una minorenne amica del cuore". E esorta la gente a scendere in piazza, perché "solo i cittadini possono spodestare il rais nostrano". Subito dopo ha parlato Rocco Buttiglione per l'Udc, sottolineando il decadimento morale causato dall'esempio del Presidente del Consiglio, con modelli di comportamento sbagliati e pericolosi. Un invito a fare un "passo indietro", al di là della "persecuzione giudiziaria" della Procura di Milano sulla via del chiarimento di eventuali reati, che resta di competenza dei pm milanesi.

Di diverso avviso Carolina Lussana della Lega Nord che punta il dito sullo stato della giustizia italiana, impegnata più ad "inseguire Silvio Berlusconi" che a compiere il proprio dovere. "Lo strumento della persecuzione giudiziaria a fini politici" non può essere tollerato e sulla vicenda Ruby è giusto che si esprima il Tribunale competente, che è unicamente quello dei Ministri. Molto polemico invece il Capogruppo del Partito Democratico Dario Franceschini che dapprima sottolinea l'assenza di Berlusconi in Aula, poi affonda in modo deciso: "Se davvero era convinto si trattasse della nipote di Mubarak, una cosa ridicola e farsesca, allora avrebbe dovuto farla dormire in Ambasciata e non affidarla di nuovo ad una prostituta brasiliana! […]L'Italia vuole ricominciare, se ne renda conto e faccia un passo indietro senza inutili scappatoie".

A chiudere Paniz del Popolo della Libertà che, sottolineando il diritto alla privacy di ogni cittadino, ha ribadito la linea della maggioranza: fumus persecutionis della Procura di Milano, fango sul Presidente del Consiglio, competenza che spetta esclusivamente al Tribunale dei Ministri. "La spasmodica ricerca di una notizia di reato della Procura non ha senso, perchè la gente vuole che si arrestino ladri e devasori, non sprechi di tempo e risorse".

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