Caso Rixi, il viceministro: “Il M5S chiede mie dimissioni? Surreale parlarne prima della sentenza”
Le inchieste per corruzione agitano nuovamente il governo. Lo sottolinea il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, che torna sul tema ospite da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa' su Rai1. Parlando delle divergenze con l'alleato di governo, Di Maio non solo riprende le ragioni della posizione del suo partito nel caso Siri, ma anticipa anche dei possibili motivi di scontro con l'arrivo della sentenza, nel giro di una decina di giorni, per Edoardo Rixi, viceministro ai Trasporti leghista, indagato nell'inchiesta Spese Pazze. "Le tensioni che avete visto salire nel governo sono legate ad un tema: le inchieste sulla corruzione. Noi quando abbiamo chiesto di rimuovere il sottosegretario Siri lo abbiamo fatto perché l'intransigenza in tema corruzione è parte dei valori del Movimento 5 Stelle. Un sottosegretario coinvolto in un'inchiesta di corruzione che parla di mafia non può stare nel governo del cambiamento. E c'è un'altra questione che sta facendo salire la tensione, cioè l'eventuale futura condanna fra una settimana del viceministro leghista Rixi, sotto inchiesta per Spese Pazze. Se arriva una condanna è chiaro che il M5S chiederà anche in quel caso la rimozione del viceministro":
Alla precisazione del giornalista, che riporta delle affermazioni del Carroccio per cui il ministro allo Sviluppo economico potrebbe influenzare la decisione dei giudici con le sue dichiarazioni, Di Maio risponde: "Non credo di avere il potere di influenzare la magistratura, mi sopravvalutano". La sentenza è prevista per il prossimo 30 maggio: Edoardo Rixi è accusato di peculato insieme ad altri consiglieri della regione Liguria. Secondo l'accusa, che per Rixi ha chiesto la condanna a tre anni e quattro mesi, nel periodo fra il 2010 e il 2012 i consiglieri regionali di quel tempo si sarebbero fatti rimborsare ingenti spese personali con soldi pubblici: cene, viaggi, gratta e vinci, fiori, birre, ostriche… il tutto fatto passare per spesa istituzionale.
Rixi: "Surreale parlarne prima della sentenza"
Da parte sua, il viceministro ai Trasporti ha ritenuto "surreale" la discussione sulle conseguenze politiche di un'eventuale condanna prima che questa venga effettivamente espressa. "Ne parleremo dopo il 30 maggio", ha detto Rixi, suggerendo che ci siano delle motivazioni elettorali dietro le dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio pentastellato. "C'e' un motivo legato al fatto che sto combattendo per alcune opere nello Sblocca Cantieri", ha affermato. Per Rixi ora c'è bisogno di "serenità nel gestire i rapporti", per cui "puntare tutto sulla campagna elettorale non aiuta". In ogni caso, una richiesta di dimissioni da parte del M5S "sembra un fuoco preventivo", ha concluso il viceministro legista: "Il processo ce l'ho da 2011, lo sapevano esattamente e non è cambiato nulla in questi ultimi anni. E' sorprendente che l'abbiano chiesto con venti giorni d'anticipo. Vedremo quel che sarà, per me non è un problema".
Intervistato dal Corriere della Sera, Rixi ha ribadito: "Io non posso concepire i processi a priori, la verità è che si fanno pressioni sulle procure per ottenere condanne. Leggere i processi in chiave elettorale espone le procure a tensioni. Io non capisco perché non si possa far lavorare la magistratura con tranquillità". Sulla tenuta del governo, minacciata secondo il viceministro da "i continui attacchi, quattro o otto al giorno, contro il ministro Matteo Salvini", ha invece commentato: "Il punto è se questo governo possa, come all’inizio, essere utile agli italiani. E l’impostazione dei 5 Stelle preoccupa". Per Rixi sarebbe quindi possibile andare avanti, solo se cambiasse l'approccio dell'alleato di governo: "Ma il fatto è che loro sono in stato confusionale. E avere una componente del governo in stato confusionale è un problema".