Caso Regeni, Schlein contro Descalzi (Eni): “Abbiamo dato impunità all’Egitto per avere il suo gas?”
Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni dal 2014 da poco nominato nuovamente dal governo Meloni per un altro mandato, sabato è intervenuto alla convention di Forza Italia e ha parlato della situazione energetica del Paese. Ha spiegato che, per compensare il taglio delle forniture del gas russo è servito avere "radici profonde" in diversi Paesi africani, "investire nel tempo, rispettare gli altri, prendere dei rischi con chi ha bisogno".
"È il concetto della libertà: se rispetti, liberi te stesso ma liberi anche il tuo interlocutore", ha continuato Descalzi. Tra i Paesi coinvolti c'è anche l'Egitto: "Ci ha aiutato rinunciando ai suoi carichi quest’estate per mandarli in Italia per riempire gli stoccaggi. Questi sono Paesi a cui, se dai, ricevi".
La risposta di Schlein: "Tra le cose che diamo c'è l'impunità per gli assassini di Regeni?"
Parole che, riferite al Paese in cui il ricercatore italiano Giulio Regeni è stato ucciso nel 2016, e che successivamente ha rifiutato di collaborare alle indagini, hanno scatenato la reazione della segretaria del Pd Elly Schlein. "Ho sentito dire che da Paesi come l’Egitto ‘se dai ricevi”. Voglio chiedere al governo se tra le cose da ‘dare per ricevere' è considerata anche l’impunità dei torturatori e degli assassini di Giulio Regeni, un ricercatore italiano, europeo, per il quale ancora dopo anni portiamo il braccialetto al polso per chiedere verità a giustizia. O la liberazione di Patrick Zaki. O i diritti calpestati delle donne e degli uomini egiziani incarcerati per il legittimo dissenso", ha dichiarato Schlein.
"Penso che l'Italia non possa considerare la verità e la giustizia sull'omicidio e le torture di Giulio Regeni e la mancata collaborazione dell'Egitto, un prezzo da pagare sull'altare degli interessi economici. Chiedo al governo se questa è la strada che intende intraprende come strategia energetica per il futuro dell'Italia", ha aggiunto. In linea generale, Schlein si è detta convinta che "passare dalla dipendenza dalle fonti fossili di Putin e della Russia, alla dipendenza dalle fonti fossili di altri regimi, non sia la soluzione per questo Paese, che invece ha un grandissimo potenziale non sfruttato sull'energia pulita e rinnovabile".
Sono arrivate proteste anche da Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde: "A noi il governo egiziano ha dato Giulio Regeni cadavere perché assassinato. L’Italia cosa ha dato all’Egitto in cambio del gas? Rinunciare a perseguire gli assassini di Regeni?". Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha definito l'intervento di Descalzi "spudorato, per di più a una convention politica. A parte Regeni e Zaki che ci toccano direttamente, stiamo parlando di una dittatura militare che tiene arbitrariamente in galera decine di migliaia di propri cittadini".
A che punto è il processo per il caso Regeni
Giulio Regeni è stato ucciso a 28 anni, il suo corpo è stato ritrovato al Cairo il 3 febbraio 2016. Il processo attualmente è fermo perché gli agenti dei servizi segreti egiziani accusati per il sequestro e il concorso nell'omicidio – Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abedal Sharif – non si sono presentati. Il governo egiziano non è intervenuto sulla questione, non permettendo alle autorità italiane di localizzare le persone accusate. La prossima udienza è fissata il 31 maggio.
A fine aprile la famiglia Regeni ha scritto una lettera al governo Meloni, chiedendo di "pretendere senza se e senza ma che i quattro imputati per il sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio compaiano alla prossima udienza. Non è accettabile che chi tortura e uccide pagato da un regime che il nostro Paese ritiene ‘amico', possa abusare del nostro sistema di diritto e godere dell'impunità".