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Caso Paragon

Caso Paragon, Salvini mette in mezzo i servizi segreti: “Sembra regolamento di conti interno tra 007”

Matteo Salvini, commentando il caso Paragon e lo spionaggio ai danni del direttore di Fanpage.it e altri attivisti e giornalisti, ha detto: “È fondamentale un momento di chiarezza in quelli che paiono regolamenti di conti all’interno dei servizi di intelligence”. Una risposta che ha sollevato nuove domande sui fatti. Poi è arrivata la retromarcia della Lega.
A cura di Luca Pons
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"Paiono regolamenti di conti all'interno dei servizi di intelligence". Durante una conferenza stampa per lanciare la nuova rottamazione fiscale, il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini è stato interpellato dai cronisti anche sul caso Paragon, che riguarda lo spionaggio di giornalisti (tra cui il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato) e attivisti tramite un software fornito al governo e alle forze dell'ordine italiane. E ha messo in mezzo gli 007, parlando di presunti "regolamenti di conti interni" ai servizi italiani.

Una risposta criptica, e su cui dopo poche ore è arrivata la retromarcia del Carroccio: "Quando la Lega parla di ‘regolamenti di conti all’interno dei servizi di intelligence' si riferisce a ciò che leggiamo da giorni sui giornali, non ad altro", ha scritto il partito in una nota. "Totale è la nostra fiducia invece negli attuali vertici dell’Intelligence, finalmente all’altezza del compito loro assegnato".

La risposta di Salvini sui servizi segreti e il caso Paragon

Inizialmente, Salvini aveva affermato che di Paragon non sapeva nulla: "Non conosco la società in questione, non ci ho mai avuto a che fare, non ha mai collaborato con realtà a me vicine o conosciute e quindi non so cosa rispondere, onestamente", aveva detto in un primo momento ai cronisti presenti. "Non so se ci fosse questo software, non so da chi fosse usato, per quali motivi".

Ma poi il vicepremier ha aggiunto una stoccata ai servizi segreti: "Sicuramente è fondamentale un momento di chiarezza in quelli che paiono regolamenti di conti all'interno dei servizi di intelligence". Servizi, si è affrettato ad aggiungere, "che svolgono un ruolo fondamentale per la stabilità, la sicurezza e la democrazia del Paese".

Salvini ha poi continuato la critica: "Che ci siano paginate quotidiane dove agenti segreti attaccano altri agenti segreti, invece di difendere l'interesse nazionale, questo sì è preoccupante". A questo ha poi fatto riferimento la Lega nella sua nota per correggere il tiro.

Di cosa parlvaa Salvini: le presunte tensioni sotterranee tra 007

Il riferimento di Salvini a non meglio specificati "regolamenti di conti interni" non ha aggiunto chiarezza sulla vicenda. È vero che negli ultimi mesi si sono susseguiti gli episodi legati alla sfera dei servizi di sicurezza: a gennaio ad esempio sono arrivate le dimissioni inattese e inspiegate di Elisabetta Belloni, direttrice del Dis (Dipartimento informazioni per la sicurezza), l'organismo che coordina i servizi segreti rivolti all'interno e all'esterno del Paese.

A ottobre si era parlato del caso dossieraggi. Nei mesi successivi erano emerse presunte tensioni tra il ministro della Difesa Guido Crosetto e l'Aise, l'agenzia di servizi segreti per l'estero (che fa riferimento al sottosegretario Alfredo Mantovano, braccio destro di Giorgia Meloni e incaricato della sicurezza). C'era poi stato il caso di Cecilia Sala, arrestata in Iran come ritorsione per il fermo dell'ingegnere Abedini, anche a causa di errori nel coordinamento tra servizi di sicurezza e ambasciata italiana a Teheran. E infine il caso Almasri, arrestato su iniziativa delle forze dell'ordine (la Digos di Torino) e poi rilasciato per presunte ragioni di Stato, forse legate anche ai servizi segreti, che il governo Meloni non ha ancora spiegato (rifugiandosi invece dietro tecnicismi).

Lo spionaggio è partito dai servizi e non dal governo?

Si tratta di vicende che sulla carta sono separate. E non c'è nemmeno un legame evidente con il caso Paragon. Ma si sa (secondo quanto ricostruito dalla stampa internazionale, e senza conferme ancora dal governo) che il software di spionaggio era in dotazione a due soggetti: un'agenzia di forze dell'ordine e un'agenzia di servizi segreti. Naturalmente, quando si opera secondo la legge, entrambi questi organi sono sotto il controllo e la responsabilità del governo.

Una possibilità, quindi, sarebbe che il controllo sul direttore di Fanpage.it e sulle altre persone coinvolte non sia partito da indicazioni del governo, ma da singoli membri (o rami) dei servizi. Non è chiaro se sia questo che il ministro Salvini ha voluto suggerire. Così come non è chiaro se si tratti, eventualmente, di un modo per scaricare le responsabilità o di un vero sospetto. In ogni caso, come detto, la Lega ha deciso di fare marcia indietro chiarendo che il commento del vicepremier era riferito solamente agli scontri sui giornali. Anche se non è chiaro come questo si collegasse al caso Paragon.

Schlein: "Se Salvini sa qualcosa riferisca in Parlamento"

"Il governo non può, come ha fatto con quando ha liberato il torturatore libico Almasri, mettere la testa sotto la sabbia, la ‘presidente del coniglio' deve venire a spiegare. Se Salvini ha degli elementi li venga a riferire in Parlamento". Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein a L'aria che tira su La7.

Le parole del vicepremier hanno attirato anche la reazione di Angelo Bonelli, deputato di Avs: "L'uso del software Paragon, esclusivo del governo italiano, per spiare giornalisti e attivisti è un fatto gravissimo. Chi ha autorizzato questa sorveglianza? Con quale scopo?", ha chiesto. E su Salvini: "Se il vicepremier ammette un simile caos nei servizi di intelligence, vuol dire che l'Italia, sotto questo governo, è totalmente fuori controllo". Dopo il chiarimento del Carroccio poi Bonelli ha rincarato la dose: "La Lega ha di fatto sconfessato il suo leader, mettendo una pezza che è decisamente peggiore del buco. Abbiamo il governo del Paese completamente allo sbando: fanno fuggire criminali, assassini e stupratori e lanciano allarmi su regolamenti di conti tra i servizi, mentre il Paese vive una pesante crisi economica e sociale".

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