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Caso Paragon

Caso Paragon, il testo dell’interrogazione di Italia Viva con le 5 domande di Fanpage al governo

Sul caso Paragon, le opposizioni attendono chiarimenti dal governo, che in Aula dovrà spiegare cos’è accaduto. Tra le interrogazioni c’è quella di Italia Viva che porrà a Giorgia Meloni e ai ministri le cinque domande formulate da Fanpage.it. Ecco il testo.
A cura di Giulia Casula
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Sul caso Paragon, le opposizioni attendono chiarimenti. In Parlamento il governo dovrà rispondere alle interrogazioni depositate dai partiti di minoranza. Tra queste c'è quella di Italia Viva che porrà a Giorgia Meloni e ai ministri le cinque domande formulate da Fanpage.it.

Al momento infatti, la vicenda presenta diversi punti oscuri. Dopo la notizia dello spionaggio illegale subito dal direttore Francesco Cancellato e da altri sei italiani, tra cui due attivisti dell'ong Mediterranea Saving Humans, il governo ha negato qualsiasi coinvolgimento. Tuttavia organi di stampa autorevoli, come il Guardian e il quotidiano israeliano Hareetz, hanno rivelato che Paragon aveva rescisso i suoi contratti con l'Italia per violazioni al codice etico, proprio pochi giorni prima dell'avviso di sicurezza inviato da Meta.

I contratti sarebbero due: uno con un’agenzia delle forze di polizia e un altro con i servizi di intelligence, entrambi sotto il controllo del governo. Paragon avrebbe riscontrato il mancato rispetto del quadro etico previsto dagli accordi, decidendo così di chiudere i rapporti con le autorità italiane.

Nella sua interrogazione Italia viva ha osservato che "la coincidenza temporale tra la sospensione, la rivelazione dello spionaggio su attivisti e giornalisti e la cancellazione dei contratti solleva tuttavia forti dubbi su un possibile coinvolgimento diretto del governo italiano o di sue articolazioni, inclusa la possibilità che un corpo dello Stato, come un’ agenzia di intelligence o una forza di polizia, abbia agito di propria iniziativa al di fuori del controllo governativo".

Per questo motivo, il partito di Matteo Renzi chiede alla premier e ai ministri dell'Interno e della Giustizia "se vi siano contratti o accordi in essere tra enti governativi italiani e la società Paragon Solutions, direttamente o tramite intermediari, per l'acquisto o l’utilizzo di software di sorveglianza e, in tal caso, quali siano le finalità di tali accordi e i soggetti coinvolti; se il Governo abbia messo in atto operazioni di sorveglianza sui cittadini italiani indicati in premessa e su altri attivisti della società civile con un software atto a prevenire attività criminali; per quale motivo, se il Governo esclude ogni coinvolgimento nell’attività di spionaggio, la società Paragon ha dichiarato di aver rescisso il contratto con l’Italia a causa di violazioni delle condizioni di utilizzo del software; – e infine – quali iniziative intenda mettere in atto per evitare abusi nell’uso di tecnologie di sorveglianza e se siano previste ulteriori iniziative per tutelare la privacy e le libertà fondamentali dei propri cittadini".

Anche Renew chiede a Bruxelles di indagare sul caso Paragon

"Ancora una volta emergono rivelazioni allarmanti su gravi violazioni della privacy e dei diritti fondamentali in Europa. Inchieste giornalistiche hanno svelato che giornalisti e rappresentanti della società civile, critici nei confronti dei loro governi, sono stati oggetto di sorveglianza attraverso lo spyware Paragon", ha affermato l’eurodeputato Sandro Gozi, segretario generale del Partito democratico europeo e membro della presidenza di Renew Europe. "Almeno 90 persone, di cui conosciamo il nome e cognome soltanto di tre, sono state spiate in tutta Europa, con casi confermati in tredici Stati membri. Un attacco inaccettabile alla libertà di stampa, alla riservatezza delle comunicazioni e ai principi dello Stato di diritto nell’UE. Di fronte a uno scenario così inquietante, è dovere delle istituzioni europee agire con determinazione. Per questo, ho presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere se era a conoscenza di questa violazione e se ha avviato un’indagine per identificare i responsabili e le motivazioni di questa sorveglianza massiva", ha aggiunto.

La Commissione europea "deve dirci quali azioni intende adottare per tutelare i diritti dei cittadini europei e se vuole finalmente dare seguito alle raccomandazioni della Commissione d’inchiesta incaricata di esaminare l’uso di Pegasus, garantendo trasparenza, responsabilità e misure efficaci contro l’uso abusivo degli spyware. È inaccettabile che, nonostante la conclusione dei lavori della Commissione d’inchiesta sugli spyware nel maggio 2023, nulla sia cambiato e le istituzioni europee non abbiano ancora adottato misure concrete per fermare queste pratiche. La libertà di informazione e la tutela della privacy non possono essere messe in discussione. L’Unione europea deve passare dalle parole ai fatti per fermare queste pratiche inaccettabili e assicurare che simili violazioni non si ripetano mai più", ha concluso Gozi.

Il testo completo dell'interrogazione di Iv

Ecco il testo dell'interrogazione di Italia Viva con le 5 domande di Fanpage al governo.

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