Caso Paragon, il testo dell’interrogazione di Italia Viva con le 5 domande di Fanpage al governo
![Immagine](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/2025/02/Progetto-senza-titolo-15-1200x675.jpg)
Sul caso Paragon, le opposizioni attendono chiarimenti. In Parlamento il governo dovrà rispondere alle interrogazioni depositate dai partiti di minoranza. Tra queste c'è quella di Italia Viva che porrà a Giorgia Meloni e ai ministri le cinque domande formulate da Fanpage.it.
Al momento infatti, la vicenda presenta diversi punti oscuri. Dopo la notizia dello spionaggio illegale subito dal direttore Francesco Cancellato e da altri sei italiani, tra cui due attivisti dell'ong Mediterranea Saving Humans, il governo ha negato qualsiasi coinvolgimento. Tuttavia organi di stampa autorevoli, come il Guardian e il quotidiano israeliano Hareetz, hanno rivelato che Paragon aveva rescisso i suoi contratti con l'Italia per violazioni al codice etico, proprio pochi giorni prima dell'avviso di sicurezza inviato da Meta.
I contratti sarebbero due: uno con un’agenzia delle forze di polizia e un altro con i servizi di intelligence, entrambi sotto il controllo del governo. Paragon avrebbe riscontrato il mancato rispetto del quadro etico previsto dagli accordi, decidendo così di chiudere i rapporti con le autorità italiane.
Nella sua interrogazione Italia viva ha osservato che "la coincidenza temporale tra la sospensione, la rivelazione dello spionaggio su attivisti e giornalisti e la cancellazione dei contratti solleva tuttavia forti dubbi su un possibile coinvolgimento diretto del governo italiano o di sue articolazioni, inclusa la possibilità che un corpo dello Stato, come un’ agenzia di intelligence o una forza di polizia, abbia agito di propria iniziativa al di fuori del controllo governativo".
Per questo motivo, il partito di Matteo Renzi chiede alla premier e ai ministri dell'Interno e della Giustizia "se vi siano contratti o accordi in essere tra enti governativi italiani e la società Paragon Solutions, direttamente o tramite intermediari, per l'acquisto o l’utilizzo di software di sorveglianza e, in tal caso, quali siano le finalità di tali accordi e i soggetti coinvolti; se il Governo abbia messo in atto operazioni di sorveglianza sui cittadini italiani indicati in premessa e su altri attivisti della società civile con un software atto a prevenire attività criminali; per quale motivo, se il Governo esclude ogni coinvolgimento nell’attività di spionaggio, la società Paragon ha dichiarato di aver rescisso il contratto con l’Italia a causa di violazioni delle condizioni di utilizzo del software; – e infine – quali iniziative intenda mettere in atto per evitare abusi nell’uso di tecnologie di sorveglianza e se siano previste ulteriori iniziative per tutelare la privacy e le libertà fondamentali dei propri cittadini".
Anche Renew chiede a Bruxelles di indagare sul caso Paragon
"Ancora una volta emergono rivelazioni allarmanti su gravi violazioni della privacy e dei diritti fondamentali in Europa. Inchieste giornalistiche hanno svelato che giornalisti e rappresentanti della società civile, critici nei confronti dei loro governi, sono stati oggetto di sorveglianza attraverso lo spyware Paragon", ha affermato l’eurodeputato Sandro Gozi, segretario generale del Partito democratico europeo e membro della presidenza di Renew Europe. "Almeno 90 persone, di cui conosciamo il nome e cognome soltanto di tre, sono state spiate in tutta Europa, con casi confermati in tredici Stati membri. Un attacco inaccettabile alla libertà di stampa, alla riservatezza delle comunicazioni e ai principi dello Stato di diritto nell’UE. Di fronte a uno scenario così inquietante, è dovere delle istituzioni europee agire con determinazione. Per questo, ho presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere se era a conoscenza di questa violazione e se ha avviato un’indagine per identificare i responsabili e le motivazioni di questa sorveglianza massiva", ha aggiunto.
La Commissione europea "deve dirci quali azioni intende adottare per tutelare i diritti dei cittadini europei e se vuole finalmente dare seguito alle raccomandazioni della Commissione d’inchiesta incaricata di esaminare l’uso di Pegasus, garantendo trasparenza, responsabilità e misure efficaci contro l’uso abusivo degli spyware. È inaccettabile che, nonostante la conclusione dei lavori della Commissione d’inchiesta sugli spyware nel maggio 2023, nulla sia cambiato e le istituzioni europee non abbiano ancora adottato misure concrete per fermare queste pratiche. La libertà di informazione e la tutela della privacy non possono essere messe in discussione. L’Unione europea deve passare dalle parole ai fatti per fermare queste pratiche inaccettabili e assicurare che simili violazioni non si ripetano mai più", ha concluso Gozi.
Il testo completo dell'interrogazione di Iv
Ecco il testo dell'interrogazione di Italia Viva con le 5 domande di Fanpage al governo.