Caso Open, Matteo Renzi prosciolto con tutti gli altri imputati: “Meloni, Pd e M5s dovrebbero scusarsi”
Matteo Renzi è stato prosciolto, nell'ambito dell'inchiesta sulla fondazione Open, dalla giudice per l'udienza preliminare di Firenze Sara Farini. La fondazione, nata nel 2012 per sostenere le iniziative politiche del leader di Iv quando era segretario del Pd, era al centro di indagini dal 2019.
La Procura di Firenze aveva sospettato che venisse gestita come un organo di partito, incassando fondi in modo illecito. Ma la giudice ha stabilito che non c'erano abbastanza elementi per portare avanti l'accusa in un processo.
"Volevano farmi fuori con una indagine farlocca. Non ce l'hanno fatta", ha commentato Renzi, che ha chiesto le scuse di chi in questi anni lo ha attaccato. La reazione di Matteo Salvini: "Bene l'assoluzione di Matteo Renzi e degli altri indagati, nonostante una odissea giudiziaria durata troppi anni. Noi siamo sempre garantisti, a differenza di chi predica bene e poi vota in Parlamento per mandare a processo i rivali politici".
Il caso della Fondazione Open: come erano nate le indagini
La Procura aveva ipotizzato che, violando le norme sui finanziamenti ai partiti, la fondazione Open avesse incassato circa 3,5 milioni di euro dal 2014 al 2018. Oltre all'ex premier sono stati prosciolti anche Maria Elena Boschi e le altre nove persone indagate (più quattro società), tra cui l'ex ministro Luca Lotti, l'avvocato Alberto Bianchi – ex presidente della fondazione – e l'imprenditore Marco Carrai. Renzi e Boschi, con Carrai, erano imputati solamente per finanziamento illecito ai partiti, mentre tra gli altri indagati si suddividevano le accuse di traffico di influenze, corruzione, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
La gup ha invece stabilito che non ci furono irregolarità. Ha dichiarato il "non luogo a procedere" perché "gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna".
Federico Bagattini, avvocato difensore di Renzi, ha detto che sono state celebrate "esequie di un processo nato morto. Questa decisione arriva dopo tre sentenze della Corte di Cassazione che avevano stabilito che non c'era reato, annullando tutti i provvedimenti di sequestro. Poi la Corte Costituzionale aveva ribadito come certi atti avrebbero mai potuto essere utilizzati. E quindi abbiamo perso tempo. Peccato per la onorabilità degli imputati. Peccato per i contribuenti che hanno speso inutilmente un sacco di soldi".
La rivalsa di Renzi: "Volevano farmi fuori con una indagine farlocca"
Il caso negli anni è stato duramente contestato da Renzi, che ha anche denunciato i pm che si occupavano dell'inchiesta – i cinque provvedimenti penali che ne sono nati sono stati tutti archiviati. L'udienza preliminare è iniziata il 3 aprile 2022, e negli ultimi due anni c'è stato anche un ricorso alla Corte costituzionale, che ha dato ragione all'ex presidente del Consiglio riguardo ad alcune intercettazioni effettuate in modo irregolare dalla Procura.
Non a caso, uno dei primi messaggi di Renzi dopo il proscioglimento è stato rivolto al magistrato Turco: "Al pm che mi ha accusato – Luca Turco, lo stesso che ha aggredito la mia famiglia – non ho niente da dire", ha scritto sui social. "Mi spiace solo che vada in pensione dopodomani senza pagare per le sue perquisizioni illegittime e per la sua indagine incostituzionale. Chi sbaglia paga vale per tanti italiani, non per lui". Oggi Turco era in Aula, e andrà in pensione il 24 dicembre.
Renzi ha parlato degli ultimi anni: "Ho quasi cinquant'anni. Gli ultimi cinque li ho vissuti da ‘appestato' per l'incredibile inchiesta Open. Uno scandalo assoluto per tutti quelli che avevano letto le carte, ma nonostante questo sono stato politicamente massacrato da tanti, a cominciare da Fratelli d'Italia e dai Cinque Stelle". Dopo il proscioglimento, ha detto, "in tanti dovrebbero scusarsi, Meloni e Travaglio in primis. Non lo faranno. Pace".
Nella sua newsletter, ha aggiunto: "In un mondo normale oggi Giorgia Meloni mi chiederebbe scusa per come ha cavalcato in modo vergognoso l’aggressione giudiziaria nei confronti miei e della mia famiglia". E ancora: "Vorrei ricevere le scuse del Movimento Cinque Stelle, della parte giustizialista del Pd, dei commentatori che hanno parlato di Open e della Leopolda senza sapere nulla di noi".
L'ex premier ha continuato: "Volevano farmi fuori con una indagine farlocca. Non ce l'hanno fatta. Ripartiamo insieme". E ha concluso: "A tutti coloro che mi volevano fuori dalla politica con indagini scandalose e che oggi mi vogliono fuori dalla politica con norme ad personam auguro un buon Natale e un felice anno nuovo".
Salvini: "Bene l'assoluzione, noi non mandiamo rivali politici a processo"
Dal centrodestra è arrivata la reazione di Matteo Salvini: "Bene l'assoluzione di Matteo Renzi e degli altri indagati, nonostante una odissea giudiziaria durata troppi anni. Noi siamo sempre garantisti, a differenza di chi predica bene e poi vota in Parlamento per mandare a processo i rivali politici", ha affermato il leader del Carroccio. "Ora mi aspetto che Italia viva voti con la Lega e il resto del centrodestra per cambiare questa giustizia e prevedere, tra le altre cose, responsabilità civile dei magistrati e separazione delle carriere".
Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, si è unito: "Sono contento per loro, molti gli dovranno delle scuse, che però difficilmente arriveranno. La speranza è che questa vicenda serva almeno a far riscoprire ai tanti, troppi, che l’hanno dimenticato il senso e il valore del garantismo e la necessità di una riforma della giustizia seria e condivisa".
Carlo Calenda, è intervenuto sui social: "Che Renzi, Boschi e Lotti abbiano subito persecuzioni mediatico giudiziarie è un dato di fatto. Per fortuna oggi si chiude questa vicenda. Un abbraccio a tutti loro". Soddisfazione, naturalmente, da Italia viva: "La sentenza certifica in modo ufficiale che quella condotta per ben cinque anni è stata una persecuzione politica cieca e feroce contro una persona: Matteo Renzi", ha commentato Davide Faraone, capogruppo di Iv alla Camera.
Anche alcuni esponenti del Pd hanno celebrato: "Evviva, tutti assolti al processo Open", ha dichiarato la deputata Marianna Madia (ministra durante il governo Renzi). "Oggi è una bella giornata che non cancella la cupezza di anni difficili", ha detto al senatrice Simona Malpezzi. "Sono davvero contento, umanamente e politicamente", le parole dell'ex ministro Lorenzo Guerini.