Conferma le sue dimissioni "in mano al sindaco Luigi de Magistris" ma non molla, Pina Tommasielli, l'assessore comunale di Napoli sotto inchiesta, accusata di aver fatto togliere contravvenzioni ai parenti che passavano nel perimetro della zona a traffico limitato, off limits al traffico veicolare non autorizzato. "Io non ho fatto niente, sono serena, è tutto in mano alla magistratura. Ci sono in corso attacchi politici feroci, forse perché sono arrivati i fondi per la città? Io ho le mani pulite e cammino a testa alta". Così l'assessore, entrata in giunta in quota IdV e da sempre considerata una fedelissima del sindaco. Nei giorni scorsi l'interrogatorio della Tommasielli ha portato ad un'altra serie di azioni da parte della polizia giudiziaria. Sostanzialmente, a quanto è trapelato, l'assessore ha detto ai magistrati di non aver mai chiesto la cancellazione delle contravvenzioni per la sorella e il cognato ma di aver chiesto ai suoi staffisti di verificare le eccezioni contenute nell'ordinanza sindacale che disciplina la zona a traffico limitato. Tant'è che la polizia giudiziaria ha consegnato due inviti a comparire come persone informate dei fatti ai collaboratori dell'assessore, una delle quali è la cugina di Luigi De Magistris.
"La vicenda la analizzerò in modo molto approfondito, non solo dal punto di vista giudiziario, perché se dal punto di vista giudiziario non c’è nulla, qui c’è anche un profilo politico di cui tener conto": questo è quanto aveva affermato De Magistris subito dopo la vicenda, facendo capire che avrebbe preso a breve una decisione. Per ora ufficiosamente le deleghe della Tommasielli (Assessore allo Sport, Sanità e pari opportunità) sarebbero in mano al sindaco. Tuttavia non c'è alcun decreto di cambio deleghe in giunta e il nome della Tommasielli al momento (ore 13 del 30 luglio 2013) compare ancora nella pagina del sito del Comune di Napoli alla voce "giunta". Diversa invece la posizione di Tommaso Sodano, il vicesindaco, anch'egli indagato per un'altra vicenda (consulenze): lui non si dimette, non molla nulla. E non risponde alle domande di chi lo interpella sulla vicenda.