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Caso Morisi, il festino nella cascina e il racconto del ragazzo: “Ho chiamato io i carabinieri”

Secondo quanto racconta uno dei due giovani che hanno partecipato al festino nella cascina di Morisi a Belfiore, è stato lui stesso a chiamare i militari dopo essere uscito dalla casa: “Ero stravolto, stordito. Stavo malissimo. Volevo chiedere aiuto a loro per andare in aeroporto e partire”. Il ragazzo spiega cosa è successo in quella notte in pieno agosto.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Si cominciano a diradare le ombre intorno al caso Morisi, che vede coinvolto in prima persona l'ex capo dei social della Lega e di Matteo Salvini. Uno dei due ragazzi che hanno partecipato al festino ha deciso di parlare prima con Repubblica e poi con il Corriere, raccontando la sua versione dei fatti e spiegando cosa è successo dentro la cascina a Belfiore nella notte tra il 13 e il 14 agosto scorso. Il giovane rumeno non è al momento in Italia, ma è tornato nel suo Paese natale per sottoporsi a delle cure mediche: "Non sto bene – ha raccontato – Sono stato male per il consumo della droga". Quella è stata "la sera che mi ha rovinato la vita", perché poi "sono stato fuori di testa per diversi giorni, malissimo". Cocaina, Ghb (chiamata droga dello stupro). Troppa? "".

I due ragazzi, entrambi di origini romene, si conoscevano già prima dell'incontro. È stato proprio l'altro giovane a contattarlo per partecipare alla serata con Morisi, alla quale, però, erano solo in tre. Nessun quarto uomo quindi, che al momento viene menzionato solo nelle ricostruzioni dei vicini. Una notte a base di "sesso e droga". Tanto che, ha spiegato il ragazzo, è normale che i carabinieri ne abbiano trovata poca: "Beh certo, dopo che è stata consumata tutta". Poi però ha sottolineato di non averla portata lui e ha rivelato che i militari non erano lì in strada per un controllo, ma li ha chiamati lui: "Ero stravolto, stordito. Stavo malissimo. Volevo chiedere aiuto a loro per andare in aeroporto e partire". Poi ha mostrato ai carabinieri la bottiglietta con il Ghb trovata nella sua auto poco prima, ma chi ce l'abbia messa non è chiaro (se Morisi o l'altro ragazzo). Sta di fatto che il giovane dice di poter dimostrare tutto con conversazioni e screenshot degli accordi presi.

La procura di Verona, intanto, ha smentito che ci siano altri indagati oltre Morisi. Ieri era circolata la notizia che fosse iscritto nel registro anche il giovane intervistato, perché trovato in possesso dello stupefacente. È tornato anche a parlare l'avvocato difensore dell'ex capo della Bestia salviniana, Fabio Pinelli, che ha inviato una nota ieri pomeriggio in cui ha confermato che Morisi "è pienamente disponibile a chiarire tutti gli aspetti della vicenda, ribadendo la piena convinzione della irrilevanza penale della sua condotta". Nella stessa nota viene negato che il flacone con il Ghb sia mai appartenuto a Morisi e smentito (anche in questo caso) il coinvolgimento del famoso "quarto uomo".

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