Caso La Russa, Roccella contestata per aver difeso il presidente del Senato: “È un padre”
La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella è stata contestata a Polignano a Mare, in Puglia, dove ha partecipato al festival letterario "Il Libro Possibile", dove ha presentato la sua ultima pubblicazione per Rubettino ‘Una famiglia radicale'. Il motivo delle proteste è legato al suo intervento sul caso del figlio di La Russa, Leonardo Apache, che è indagato per un presunto stupro ai danni di una giovane 22enne, che lo ha denunciato per un episodio avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 maggio.
Roccella ha preso le parti del presidente del Senato, il quale nei giorni scorsi si era detto assolutamente certo dell'innocenza del figlio, avanzando anche dubbi sull'attendibilità delle accuse della giovane, perché secondo l'esponente di Fdi la denuncia sarebbe stata tardiva, giungendo 40 giorni dopo la presunta violenza sessuale, e sarebbe arrivata perdipiù da una persona che era sotto l'effetto di droghe, per cui potenzialmente poco credibile. Ignazio La Russa è stato attaccato per aver colpevolizzato la giovane, e solo dopo aver ricevuto critiche dalle opposizioni si è scusato, dicendo di essere stato frainteso: "Io non accuso nessuno e men che meno la ragazza. Semplicemente, da padre, dopo averlo a lungo sentito, credo a mio figlio. Per il resto, sottolineo il mio rispetto per gli inquirenti e il desiderio che facciano chiarezza il più celermente possibile".
La ministra Roccella ha commentato così le parole del presidente di Palazzo Madama: "La Russa è un padre. Ricordo che è stato colui che ha proposto una manifestazione di soli uomini contro la violenza sulle donne, ricordando che è un problema non solo delle donne ma degli uomini. Quindi mi sembra che questa sia già una risposta", ha detto il membro del governo rispondendo alla domanda del giornalista di Sky Fabio Vitale, ricordando l'iniziativa lanciata all'inizio di giugno dalla seconda carica dello Stato, sull'onda dell'indignazione pubblica per il femminicidio di Giulia Tramontano. La frase di Roccella ha suscitato la contestazione di una parte del pubblico, e dalla platea sono subito partiti diversi "buu".
"Non entro nei casi individuali e nelle reazioni di una persona che ha un rapporto affettivo, è il padre dell'eventuale indagato", ha tagliato corto Roccella.
Roccella sul caso Santanchè: "Non deve dimettersi"
"Da garantista, credo che non ci sia necessità di dimettersi. Sottolineo che nessuno ha pagato per il caso Tortora". Lo ha detto ieri sera la ministra Roccella dal palco del festival di Polignano a Mare, riferendosi alla collega di governo Daniela Santanchè, che è indagata per la gestione delle sue aziende per i reati di bancarotta e falso in bilancio. "Ricordo anche tutte le persone, tutti i politici che si sono dimessi e poi sono risultati assolutamente innocenti, i processi finiti nel nulla, ma le carriere politiche sono state rovinate e nessuno ha restituito a queste persone la reputazione. Invece i magistrati e i pm che hanno accusato ingiustamente Enzo Tortora hanno fatto carriera e nessuno ha chiesto loro conto degli errori commessi", ha aggiunto. "Noi aspettiamo da tanti anni una vera riforma della giustizia, per una giustizia giusta. Adesso la faremo. Questo cambierà la situazione, riaprirà anche un rapporto più disteso tra toghe e politica".
Critiche dalle opposizioni
"Basta. Il Presidente del Senato mina la credibilità delle donne che denunciano violenza e la Ministra delle Pari Opportunità lo giustifica. Roccella dovrebbe difendere tutte le famiglie di questo Paese, non solo quelle dei colleghi di partito", ha commentato su Twitter il deputato del Pd, Alessandro Zan.
"Meraviglia l'eccesso di cautela politica della ministra Roccella rispetto ai due casi che chiaramente mettono in difficoltà il Governo. Desta stupore il paragone fuori luogo tra la ministra Santanchè e Tortora, irriverente nei confronti di un uomo che ha pagato con la vita una ingiustizia: siamo del tutto lontani dal falso in bilancio nelle aziende della attuale ministra del Turismo su cui si sta indagando", ha detto Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera.
"Nel caso La Russa non ci sono dubbi che la seconda carica dello Stato avrebbe dovuto avere un maggiore senso di responsabilità nella vicenda che vede al centro suo figlio sia in quanto testimone sia per la sua alta carica istituzionale".