Caso Khelif, Meloni vede vertici CIO, il presidente Bach: “La pugile algerina è una donna, chiariremo”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è tornata sul caso dell'incontro di pugilato alle Olimpiadi di Parigi tra l'italiana Angela Carini e l'atleta algerina Imane Khelif. L'azzurra ieri ha abbandonato il ring dopo appena 45 secondi, dicendo che i colpi della pugile algerina erano troppo forti, e in questo modo ha consegnato la vittoria all'avversaria.
La presidente del Consiglio da Parigi aveva commentato l'episodio, e aveva giudicato il match irregolare, perché, a suo parere, non si è trattata di una gara "ad armi pari". Un'opinione che la presidente del Consiglio ha espresso contestando le regole e le valutazioni del Cio, secondo cui invece la pugile algerina, che è una donna dalla nascita, non una trans come esponenti di destra e di governo hanno detto, senza alcuna base scientifica e senza suffragare questa informazione con dati certi, ha tutti i requisiti per poter gareggiare. Imane Khelif, dalla nascita, ha una condizione medica che si chiama ‘iperandrogenismo', cioè ha un'eccessiva produzione di ormoni maschili rispetto alla maggior parte delle donne. Ma questo appunto non le ha impedito di partecipare in passato ad altre competizioni, come le Olimpiadi di Tokyo, dove è stata battuta al secondo match. È stata esclusa invece dai mondiali di un anno fa: secondo quanto stabilito da un test, i cui dettagli non sono stati divulgati, l'atleta non rispettava i criteri dell'IBA, la Federazione internazionale con sede in Russia estromessa dal Comitato olimpico internazionale.
Meloni, dopo aver incontrato ieri Carini e averla ringraziata e incoraggiata, ha incontrato stamattina a Parigi il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), Thomas Bach. Al centro del colloquio c'è stato uno scambio di opinioni sull’andamento dei Giochi e sullo stato di preparazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.
Nel corso del faccia a faccia, fa sapere Palazzo Chigi, è stato affrontato anche il caso dell’atleta Imane Khelif e il tema delle regole per garantire equità nelle gare sportive. Meloni e il numero uno del CIO Bach, si legge sempre in una nota di Palazzo Chigi, hanno concordato che Governo e Comitato Olimpico Internazionale rimarranno in contatto "per valutare come affrontare la questione per il futuro".
CIO: "Chiariremo il background scientifico"
Il numero uno del CIO Bach, parlato con la premier italiana, ha ribadito la sua posizione: "Khelif è una donna e ha fatto competizioni per sei anni al livello internazionale, chiariremo il background scientifico".
"Condividiamo punti di vista e siamo d'accordo sul chiarire e migliorare il background scientifico di cui abbiamo parlato", ha aggiunto all'Ansa.
Le polemiche e gli attacchi a Khelif
L'atleta algerina si è trovata al centro delle polemiche ed è stata ricoperta di insulti e critiche per il suo aspetto e per la sua condizione, accusata di essere addirittura un uomo che picchia una donna sul ring. Una valanga di fake news che invece di essere smentita fermamente da Palazzo Chigi è stata avallata dalla premier Meloni, secondo cui atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili non dovrebbero essere ammesse alle gare femminili "ma non perché si voglia discriminare qualcuno ma per tutelare il diritto delle atlete di poter competere ad armi pari". Secondo Meloni "alcune tesi, portate all'estremo, rischiano di impattare sui diritti delle donne".
Prima la pugile è stata chiamata "trans", poi è stata additata, anche da esponenti di governo e dal presidente del Senato come persona "intersex". L'intersessualità una condizione naturale, non è una malattia: secondo il portale Infointersex dell’Istituto Superiore di Sanità, si riferisce a tutte le variazioni naturali nei caratteri sessuali che non rientrano nelle tradizionali categorie di maschio o femmina. Queste variazioni possono riguardare cromosomi, ormoni, genitali esterni o organi riproduttivi interni. Alcune condizioni non sono sempre visibili alla nascita. Stando alle informazioni che sono emerse sulla pugile algerina, siamo in presenza di una persona "intersex", non "transgender" quindi. Ma questa sua condizione, secondo gli esponenti del governo, e secondo la premier Meloni, non la rende adatta a competere alle Olimpiadi. Nonostante i criteri stabiliti dal CIO non siano improvvisati ma siano basati su studi scientifici che vengono condotti da anni.