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Caso Khelif-Carini, a destra Alessandra e Rachele Mussolini si smarcano: “Basta strumentalizzare”

A destra c’è chi prende le distanze dalle dichiarazioni della destra italiana sul caso del discusso match tra Imane Khelif e l’azzurra Angela Carini. Tra le voci fuori dal coro Alessandra Mussolini (FI) e Rachele Mussolini (FdI). “Imane è una donna. Basta strumentalizzazioni”.
A cura di Giulia Casula
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A destra c'è chi prende le distanze dalle dichiarazioni attorno al caso che ha visto coinvolte la pugile algerina Imane Khelif e l'azzurra Angela Carini. Tra le voci fuori dal coro, Alessandra Mussolini che non è sembrata approvare la scelta dell'atleta italiana di abbandonare il match contro Khelif dopo pochi secondi dall'inizio.

"La donna non piange e si ritira, ma combatte e vince. Sai quante donne in tante circostanze di pericolo vorrebbero essere come l'atleta algerina, me compresa", ha scritto la parlamentare di Forza Italia su X.

Negli scorsi giorni la maggioranza aveva alimentato le polemiche attorno al discusso incontro tra le due, schierandosi contro la pugile algerina, espulsa dall'ultimo campionato mondiale per via dei livelli di testosterone troppo altri rispetto agli standard fissati dall'IBA.

Da destra erano fioccate critiche e attacchi nei confronti di Khelif, sostenendo che la pugile fosse transessuale e che dunque il match sarebbe stato ingiusto perché impari. Nel mirino era finito anche il Comitato olimpico internazionale, accusato di essersi piegato "all'ideologia woke" dal momento che aveva ammesso l'algerina ai giochi.

Anche Giorgia Meloni aveva parlato di una gara non equa e dei rischi che "alcune teorie, portate all'estremo, impattano sui diritti delle donne". In realtà, com'è stato chiarito in seguito, Khelif non è transessuale ma iperandrogina, o ‘persona intersex', il che significa che il suo corpo produce una quantità di testosterone più elevata rispetto alla norma.

A criticare l'atteggiamento della maggioranza rispetto a questa vicenda è stata anche un'altra Mussolini, Rachele, consigliera comunale di Fratelli d'Italia a Roma. "Imane Khelif è una donna. E ha subito una caccia alle streghe indegna", ha detto intervistata da Repubblica. "Ho capito che si può essere donna anche con un cromosoma X e Y. Che non è la produzione di testosterone a definire la predominanza sessuale. Né spesso dà vantaggi agli atleti. Khelif è nata donna. Ed è stata sconfitta da altre donne in carriera. Questo vuol dire che non è imbattibile", ha ribadito.

Anche secondo la consigliera meloniana, Angela Carini "avrebbe dovuto combattere, mostrando determinazione e spirito sportivo". Mussolini ha dichiarato di rifarsi "ai regolamenti del Cio: se Khelif è salita su quel ring vuol dire che poteva farlo. Poi, se c’è stato un errore clamoroso, saranno i medici a dirlo. Ma prima di allora, basta parole senza senso".

Allo stesso tempo, la consigliera ci tiene a precisare che "l’esasperazione con cui la comunità Lgbtq+ promuove la sua causa, che io difendo, può generare delle crisi di rigetto. Se vuoi parlare di inclusione lo puoi fare in tanti modi, senza dover per forza suscitare clamore come è accaduto con la rappresentazione dell’Ultima cena, che ho trovato un po’ trash, fuori luogo in un contesto sportivo". Fratelli d'Italia però, "non è una caserma, siamo liberi di esprimere opinioni dissonanti. Dentro ci sono tanti gay, anche se sono meno esibizionisti", ha concluso.

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