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Caso Gregoretti, Salvini a Catania per una nuova udienza: il gup dovrà decidere se sentire Palamara

Oggi il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere se accogliere la richiesta delle parti civili di sentire in aula anche l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, nel processo contro Matteo Salvini per abuso di ufficio e sequestro di persona. Il leader della Lega sarà quindi oggi nuovamente nell’aula bunker di Catania per la quinta udienza del processo Gregoretti: ricapitoliamo quanto è accaduto finora.
A cura di Annalisa Girardi
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Oggi Matteo Salvini tornerà nell'aula bunker di Catania per la nuova udienza nel processo Gregoretti, imputato per sequestro di persona per aver bloccato, quando era ministro dell'Interno, ben 135 migranti a bordo della nave militare per diversi giorni. Oggi il gup dovrà decidere se accogliere la richiesta delle parti civili di sentire in aula anche l'ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara. Una richiesta depositata ieri, ma già anticipata durante l'ultima udienza. Oggi sarà ascoltato in aula anche l'ambasciatore Maurizio Massari, in quanto rappresentate permanente dell'Italia in Unione europea.

"Lo dico chiaramente: a noi interessa moltissimo se qualcuno ha pensato che un politico di destra dovesse essere fatto fuori per le vie giudiziarie. Solo non penso che sia questa la sede per discuterne. Noi stiamo prendendo altre iniziative", aveva detto la legale di Salvini, la senatrice del Carroccio Giulia Bongiorno. Palamara era infatti finito al centro dello scandalo che aveva investito la magistratura per aver scritto, in alcune chat, che anche se Salvini non stesse sbagliando, bisognasse fare di tutto per attaccarlo. "Io Palamara me lo leggo a sera a casa e rabbrividisco", aveva commentato Salvini.

Le parti civili continuano a chiedere il rinvio a giudizio. Si tratta della quinta udienza, dopo il via libera ottenuto lo scorso 12 febbraio 2020 in Senato: l'accusa è quella di aver abusato dei suoi poteri di ministro dell'Interno privando della libertà personale i migranti a bordo della nave militare Gregoretti, che li aveva soccorsi nel Mediterraneo. Salvini autorizzò lo sbarco, infatti, solo dopo aver stretto l'accordo per ridistribuire i migranti in diversi Paesi europei. Sulla questione degli accordo in Europa insiste anche la difesa del leader leghista, che sottolinea inoltre come la linea fosse condivisa dall'intero governo.

Non solo da quello gialloverde: nella scorsa udienza dell'aula bunker di Catania, sono stati sentiti anche Luigi Di Maio, ministro sia durante il governo con la Lega che nel successivo Conte bis, e Luciana Lamorgese, che è andata a succedere proprio a Salvini. Il quale, al termine dell'udienza si era detto soddisfatto: i due ministri, a quanto aveva riportato, avrebbero confermato "una continuità e una condivisione nell'azione di governo".

Anche nel governo giallorosso, in cui Salvini non era più presente, sarebbe stato condiviso lo stesso meccanismo, per cui lo sbarco viene preceduto dagli accordi tra i Paesi Ue per la ricollocazione dei migranti. Linea che, ha specificato più volte il segretario del Carroccio, sarebbe anche quella che ha intenzione di portare avanti il nuovo presidente del Consiglio, Mario Draghi.

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