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Caso Gregoretti, maggioranza abbandona la Giunta per le immunità: “Colpo di mano”

Abbandono in massa della maggioranza alla Giunta per le immunità, dove era in corso una discussione sull’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini nel caso Gregoretti. Si sarebbe approfittato dell’assenza di due senatori per programmare a domani l’ufficio di presidenza che deciderà sulle tempistiche del voto: una tematica su cui da giorni si concentrano le polemiche, con la maggioranza che chiede un rinvio nel timore che il leader della Lega utilizzi la vicenda per propaganda elettorale in vista delle elezioni regionali.
A cura di Annalisa Girardi
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I senatori della maggioranza hanno abbandonato in blocco la Giunta per le immunità del Senato, oggi riunita per discutere sulla richiesta di autorizzazione a procedere da parte del tribunale dei ministri di Catania contro Matteo Salvini nel caso Gregoretti, per cui l'ex ministro dell'Interno è accusato di sequestro di persona. Il senatore del Movimento Cinque Stelle Mattia Crucioli, parlando di un "colpo di mano", ha spiegato alla stampa le ragioni della protesta.

Secondo Crucioli si sarebbe approfittato dell'assenza di due senatori della maggioranza, Pietro Grasso (LeU) e Mario Giarrusso (M5s), per programmare per domani, martedì 14 gennaio, l'ufficio di presidenza che deciderà sulle tempistiche del voto sull'autorizzazione al processo contro il leader leghista: una tematica su cui da giorni si concentrano le polemiche.

Le tempistiche del verdetto al centro delle discussioni

In un primo momento, il verdetto (dall'esito abbastanza prevedibile visti i numeri delle forze di maggioranza) era fissato per il prossimo 20 gennaio, ma poi la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha deciso per la chiusura dei lavori parlamentari dal 20 al 24 gennaio a causa delle elezioni in Emilia Romagna e Calabria. La maggioranza ha quindi chiesto di rinviare anche il voto della Giunta dopo le regionali, temendo che Salvini potesse utilizzare la vicenda a scopo di propaganda elettorale, dipingendosi come la vittima del caso, processato per aver difeso gli interessi degli italiani. Tuttavia, oggi la Giunta ha rimesso a domani la decisione sulle tempistiche, convocando l'ufficio di presidenza sul caso Gregoretti: una scelta presa in assenza dei senatori Grasso e Giarrusso, che si trovano impegnati in missione con la commissione Antimafia.

"Non era mai accaduto che una istanza presentata per poter giudicare nel merito una vicenda delicata come questa venisse respinta. Con un colpo di mano, approfittando dell'assenza dei senatori Grasso e Giarrusso in missione con la commissione Antimafia, hanno anche convocato l'ufficio di presidenza per domani alle 19", ha detto Crucioli. Per poi aggiungere: "l momento del voto erano presenti venti senatori, dieci della maggioranza e dieci dell'opposizione. La votazione sull'istanza istruttoria è finita in parità e quindi, a norma di Regolamento, è stata respinta".

La capigruppo del M5s nella Giunta, Elvira Evangelista, uscendo dalla riunione sul caso Gregoretti ha detto alla stampa: "Tutta la maggioranza ha ritenuto di abbandonare questa riunione della Giunta perché il presidente Gasparri, che fino a ieri ha detto che questo è un organo giurisdizionale e imparziale, si è comportato in maniera più politica degli altri, perché ha messo al voto una istanza istruttoria molto importante per valutare i documenti sulla salute dei migranti soprattutto dopo lo sbarco. La richiesta è finita a parità di voti e lui ha ritenuto di respingerla, votando anche lui con una parte politica ben precisa. Sto accusando Gasparri di non essere stato un presidente imparziale".

Gli scenari possibili

Crucioli ha anche denunciato il respingimento della richiesta da lui avanzata di un'istruttoria sullo stato di salute dei migranti sulla nave Gregoretti, che avrebbe sicuramente allungato i tempi. Nel frattempo il presidente della Giunta e relatore, Maurizio Gasparri, ha proposto di respingere la richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini. Quando Casellati aveva annunciato la chiusura dei lavori parlamentari, il senatore forzista aveva criticato la decisione affermando che un organismo di natura giurisdizionale non dovrebbe adeguarsi al calendario parlamentare e proponendo quindi che il verdetto rimanesse fissato al 20 gennaio.

"Confermo il calendario deciso in ufficio di presidenza. Io mi attengo al regolamento del Senato e all'articolo 135 bis. Questo è un organo paragiurisdizionale, spero che la questione sia valutata solo sotto il profilo del diritto", ha commentato Gasparri. Per ora rimane convocato a domani l'ufficio di presidenza che deciderà su un eventuale rinvio del voto sulla richiesta del via libera a procedere contro Matteo Salvini: dal momento che anche domani mancheranno Grasso e Giarrusso, in missione fino a sabato, la maggioranza non avrebbe i numeri per imporre uno slittamento del voto a dopo le elezioni. Tuttavia, la decisione ultima potrebbe spettare a Casellati, che sospendendo i lavori renderebbe obbligato il rinvio.

Salvini: "Preparino tribunale bello grande, tanti italiani con me"

"I casi sono due: o quello sulla Gregoretti è un processo serio e grave, e quindi non c'è tempo da perdere, oppure è solo una ritorsione politica contro Salvini. Pd, Italia Viva e Cinque Stelle non si azzardino a chiedere rinvii, per evitare il giudizio di calabresi ed emiliano-romagnoli", ha commentato la senatrice leghista Erika Stefani.

Il leader del Carroccio, invece, ha affermato: "Se rischierò un processo per aver controllato i confini il mio paese ci andrò a testa alta, ma dovranno preparare un Tribunale bello grande, perché con me ci saranno tanti italiani". In un comizio elettorale a Varano, nel parmense, Salvini ha parlato del caso Gregoretti, ricevendo il sostegno da molte persone dal pubblico: "Verremo con te, siamo pronti".

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