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Caso Gregoretti, le parti civili: “Sentire anche Palamara”. Salvini: “Draghi in sintonia con me”

L’udienza preliminare sul caso Gregoretti è tornata nell’aula bunker di Bicocca, a Catania, dopo la trasferta romana a Palazzo Chigi. In aula a testimoniare i ministri Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese. “Ho ascoltato versioni dei fatti corrette e coerenti”, dichiara il leader della Lega Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona perché, ad agosto 2019, 130 migranti rimasero per giorni sulla nave della Guardia costiera italiana senza potere sbarcare. La polemica, stavolta, arriva dalle parti civili, che chiedono che venga sentito anche l’ex magistrato Luca Palamara e che annunciano l’intenzione di vigilare sulla terzietà del giudice.
A cura di Luisa Santangelo
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Matteo Salvini
Matteo Salvini

L'unico accenno di polemica stavolta è arrivato dalle parti civili. Continua l'udienza preliminare del processo Gregoretti a carico dell'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini e, stavolta, il clima fuori dall'aula bunker del carcere di Bicocca, a Catania, è disteso. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese entrano senza farsi vedere ed escono senza passare davanti ai giornalisti assembrati sotto il sole, ai piedi dell'Etna che è tornato a sbuffare cenere in mattinata. Niente a che vedere con gli stracci che il leghista e il pentastellato Danilo Toninelli, ex ministro delle Infrastrutture, si erano lanciati a distanza durante l'ultimo appuntamento catanese, a dicembre.

Il clima è cambiato, adesso 5 stelle e Lega sono di nuovo insieme nelle larghissime intese del governo firmato da Mario Draghi e l'armonia regna sovrana. Anzi, la "sintonia" totale sul tema dell'immigrazione con il nuovo presidente del Consiglio dei ministri, considerando anche che "la Lega sarà al ministero dell'Interno", per dirla con le parole usate da Salvini. Che sulle testimonianze di Di Maio e Lamorgese concede: "H0 ascoltato testimonianze coerenti e corrette su quello che è successo durante il governo Conte 1". L'accenno polemico lo offre però l'avvocato Corrado Giuliano, parte civile nel procedimento con l'associazione AccoglieRete. "Vigileremo sulla sobrietà del giudice", dichiara prima di entrare in aula, in mattinata.

Il riferimento è alle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal giudice per l'udienza preliminare Nunzio Sarpietro che, al termine dell'udienza che si è svolta a Palazzo Chigi il 28 gennaio per sentire l'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva dichiarato: "Conte è stato molto collaborativo e profondo nelle risposte". Spingendosi anche a dire che gli aveva fatto "ottima impressione, credo che rappresenti molto bene il Paese". Certo, per l'avvocato Giuliano parlare di ricusazione del magistrato è una faccenda "molto delicata", però non peregrina.

A questo si aggiunge poi lo spettro dell'ex magistrato Luca Palamara, pietra dello scandalo per la magistratura intera, il cui nome ha aleggiato anche nell'aula bunker catanese. "Abbiamo chiesto che venga sentito", annuncia Giuliano. Di Salvini, del resto, è stato Palamara a parlare. Anzi, a scrivere. "Adesso bisogna attaccarlo", scriveva Palamara in chat. Pur ammettendo: "Non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando". "Nella linea difensiva di Salvini quei messaggi sono citati – afferma l'avvocato di AccoglieRete – Per questo abbiamo chiesto che venga sentito".

"E noi abbiamo rimesso questa decisione alle valutazioni del giudice – replica Giulia Bongiorno, senatrice, ex ministra e avvocata del leader del Carroccio – Lo dico chiaramente: a noi interessa moltissimo se qualcuno ha pensato che un politico di destra dovesse essere fatto fuori per le vie giudiziarie. Solo non penso che sia questa la sede per discuterne. Noi stiamo prendendo altre iniziative". L'obiettivo è di chiudere presto il processo Gregoretti. "Le testimonianze di oggi sono state fondamentali – conclude Bongiorno – È stata chiarita la continuità politica seguita dal Conte 2 e la condivisione dell'operato tra i ministri del Conte 1. Speriamo di finire entro marzo".

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