Caso Giulia Schiff, secondo la Cassazione è competente il tribunale ordinario, non quello militare
Svolta nel procedimento per la vicenda di Giulia Schiff, l'ex allieva pilota dell'Aeronautica militare, espulsa dopo aver denunciato episodi di mobbing e bullismo subiti nell'Arma Azzurra, durante un rito d'iniziazione, nel 2018. La Prima Sezione della Cassazione, riunita il 4 giugno scorso, ha pubblicato ieri 7 giugno la sentenza sul ricorso proposto dagli otto piloti dell'Aeronautica Militare denunciati dalla giovane di Mira (Venezia) che chiedevano la risoluzione del conflitto giurisdizionale tra il tribunale militare di Roma e il tribunale ordinario di Latina.
I giudici della Suprema Corte hanno stabilito che il procedimento a carico degli otto piloti dovrà celebrarsi al tribunale ordinario di Latina, escludendo in questo modo i giudici militari. Tutto da rifare dunque, compresi i testimoni previsti al Tribunale Militare di Roma, tra i quali figuravano gli astronauti e già piloti dell'Aeronautica Militare Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano. L'avvocato Michela Scafetta, che difende cinque degli otto piloti coinvolti nel caso, dovrà ripresentare una nuova lista dei teste e attendere la decisione del Tribunale di Latina.
La successiva udienza già fissata per il 23 settembre prossimo al Tribunale Militare di Roma non avrà dunque luogo. L'avvocato Scafetta, ha commentato così: "In attesa di conoscere le motivazioni, la scelta dei giudici della Suprema Corte di spostare il procedimento dal tribunale di Roma a quello ordinario di Latina, sembrerebbe escludere la fattispecie di ‘nonnismo' tanto declamata in questi ultimi tempi".
Ma secondo l'avvocato Massimiliano Strampelli, che difende Giulia Schiff, "La decisione della Corte di Cassazione – prevedibilmente – si basa sulle stesse considerazioni che recentemente hanno motivato la giurisdizione del Tribunale di Pisa in luogo di quello militare di Roma nel processo Scieri. In sintesi, l'evocazione di una pratica di "nonnismo" come nel caso Scieri o comunque di "sopraffazione" come nel caso Schiff, allontana la condotta dallo svolgimento del servizio così sottraendola al giudice militare".
"Nel caso specifico – ha spiegato il legale a Fanpage.it – il risultato è semmai quello di considerare corretto l'inquadramento fornito da subito dalla Procura di Latina, che oltre al reato di lesioni ha proceduto alla contestazione del più grave reato di violenza privata ( art. 610 c.p.) sull'assunto della contrarietà di Giulia Schiff al rito subito".
"Viene dunque da chiedersi perché una pratica non attinente al servizio venisse tollerata dai Comandanti e quale sia ormai lo spazio per i Tribunali Militari, dovendo ormai il legislatore riformare interamente il sistema dei reati militari per evitare sovrapposizioni incomprensibili di competenze e lungaggini come nel caso Scieri e Schiff. La sentenza della Cassazione – dunque – di fatto esclude che la "goliardia" tanto sbandierata da taluni commentatori improvvisati possa essere ricondotta ad un malinteso spirito di corpo – giustificando semmai maggiore severità e controllo da parte dell'Amministrazione Difesa".
Il prossimo appuntamento è previsto per il 4 novembre al Tribunale Ordinario di Latina dove si svolgerà il dibattimento. In questo processo il ministero della Difesa è responsabile civile.