Caso escort, le intercettazioni su Berlusconi non possono essere utilizzate nel processo a Bari
Le intercettazioni telefoniche delle conversazioni tra Silvio Berlusconi e Valter Lavitola non potranno essere utilizzate nel processo a carico del leader di Forza Italia a Bari. A deciderlo è stato il Tribunale del capoluogo pugliese, nell'ambito del processo che vede l'ex presidente del Consiglio imputato per induzione a mentire e per aver pagato – secondo i pm – le bugie che l'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini ha riferito alla pubblica accusa. Il caso è quello delle escort portate tra il 2008 e il 2009 nella villa di Berlusconi, che allora era presidente del Consiglio. Le cinque conversazioni telefoniche tra Berlusconi e l'ex direttore dell'Avanti – che l'accusa ritiene essere il tramite con Tarantini – sono state intercettate e trascritte, ma non potranno essere utilizzate.
La richiesta di far valere l'eccezione di inutilizzabilità per le cinque intercettazioni era stata formulata – durante l'udienza del 21 gennaio 2022 – dai legali dell'ex presidente del Consiglio, Roberto Eustachio Sisto e Federico Cecconi, ed è stata accolta dal Tribunale di Bari. I legali di Berlusconi hanno sottolineato come la decisione del giudice sia "frutto di attenta e puntuale valutazione delle nostre richieste, in assoluta linea con la giurisprudenza della Suprema Corte". E hanno aggiunto: "Quanto accaduto, anche in considerazione del materiale probatorio acquisito, rafforza il nostro convincimento sulla totale estraneità del presidente Berlusconi ai fatti in discussione".
La decisione è stata presa con un'ordinanza della giudice Valentina Tripaldi, poiché per il Tribunale di Bari non è possibile utilizzare intercettazioni autorizzate in altri procedimenti penali per fatti e reati diversi. Le conversazioni intercettate, infatti, erano relative al procedimento incardinato a Bari a carico di Tarantini su alcuni appalti nel settore della sanità e quello della procura di Napoli per riciclaggio nei confronti di Valter Lavitola.