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Senato, giunta immunità dice sì all’arresto di Azzollini

Il presidente della Giunta per le Immunità del Senato aveva proposto di votare a favore alla richiesta di arresto per Azzollini. In giornata Azzollini si è dimesso dalla presidenza della commissione Bilancio di Palazzo Madama.
A cura di Davide Falcioni
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UPDATE ore 22 – Via libera dalla giunta immunità Senato alla richiesta di arresto di Azzollini. La Giunta per le immunità del Senato ha accolto la richiesta dei magistrati di Trani di mettere agli arresti domiciliari il senatore di Ncd, Antonio Azzollini. Hanno votato a favore dell'arresto in 13, 7 invece i voti contrari. La decisione della Giunta dovrà ora passare al vaglio dell'Aula. In giornata Azzollini si è dimesso dalla presidenza della commissione Bilancio di Palazzo Madama.

UPDATE ore 15.30 –  Il senatore Antonio Azzollini si è dimesso da presidente della commissione bilancio di Palazzo Madama. Il parlamentare del Nuovo Centrodestra ha annunciato l'abbandono dell'incarico con una lettera al presidente del Senato, Grasso. Stasera la giunta per le immunità del Senato si riunirà per votare sulla richiesta di arresto di Azzollini, avanzata dalla procura della Repubblica di Trani, nell'ambito dell'inchiesta sul crac della casa di cura Divina Provvidenza di Bisceglie. Stefano (Sel), presidente delle Giunta, ieri si è detto favorevole alla richiesta di arresto.

Dario Stefàno, presidente della Giunta per le immunità del Senato, ha proposto di votare a favore alla richiesta di arresto nei confronti del senatore del Nuovo Centrodestra Antonio Azzollini in seguito all'inchiesta della magistratura di Trani. Secondo l'esponente di Sel a capo della Giunta, infatti, nel caso del senatore Ncd, coinvolto per la procura di Trani nel crack della Casa di cura Divina Provvidenzanon sussiste il fumus persecutionis. Il voto sul senatore è atteso per oggi: "La richiesta di rinvio – ha spiegato ieri Stefano – è stata avanzata da alcuni gruppi ed è stata approvata all'unanimità. L'impegno, però, è a chiudere entro domani". "Si rinvia a domani – ha aggiunto sempre ieri Giovanardi (Ncd) – perché questo non è un linciaggio".

Il senatore Azzollini è finito nelle maglie della giustizia lo scorso 10 giugno, quando la Procura di Trani ha fatto scattare una serie di ordinanze di custodia cautelare nei confronti di numerose persone coinvolte nel crac da 500 milioni di euro della casa di cura Divina Provvidenza. Le ordinanze sono state richieste da Francesco Giannella, procuratore aggiunto di Trani, e dalla pubblico ministero Silvia Curione nell’ambito di un'inchiesta partita nel 2012.

Tra le richieste di arresti domiciliari c'erano anche quelle nei confronti di Azzollini, ex sindaco di Molfetta ed oggi presidente della Commissione Bilancio del Senato. E' proprio in merito a quella richiesta che oggi dovrà esprimersi il Senato. Dal canto suo Azzolini ha assicurato: "Mi difenderò come sempre nel processo e nelle aule parlamentari per la parte che riguarda queste". Per l'accusa il senatore del Nuovo Centrodestra avrebbe detto alle suore della Divina Provvidenza entrando nella Casa: "Da oggi in poi comando io, se no…". Frase che, secondo il gip, sarebbe stato un "episodio intimidatorio che inaugura la stagione del potere azzolliniano".

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