Caso Crosetto, il ministro Nordio dice che l’opposizione giudiziaria esiste: “È un fatto”
L'opposizione giudiziaria esiste e la storia recente lo dimostra. A dirlo, all'indomani della nuova informativa di Guido Crosetto per le frasi sulle toghe, è il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. In un'intervista con il Foglio il Guardasigilli ha afferma: "La storia recente del nostro paese è piena di casi in cui vi sono magistrati che mostrano la propria volontà di interferire nella produzione legislativa o nella politica".
Nordio aveva già preso pubblicamente posizione in difesa del collega di maggioranza e dopo lo scoppio del caso aveva detto che Crosetto non intendesse affatto parlare di complotti tra le toghe. Ora il ministro sostiene che l'opposizione giudiziaria sia "un fatto" e aggiunge: "Quando un magistrato in una riunione pubblica esprime il desiderio di opporsi alle iniziative politiche di un governo o del Parlamento, quel magistrato deve sapere che non sta soltanto esprimendo un'opinione. Sta facendo qualcosa di più. Sta facendo un passo per mostrare di non essere imparziale, di non essere terzo".
Per poi concludere: "La magistratura ha dimostrato di avere un potere immenso e ogni sua parola deve essere calibrata".
Crosetto è intervenuto nuovamente nell'Aula di Montecitorio per chiarire le sue parole di alcune settimane fa e Nordio era seduto al suo fianco. Il ministro della Difesa ha ribadito le sue "preoccupazioni e riflessioni riguardo alcune tendenze che vedo emergere nelle discussioni dei magistrati". E ha proseguito: "Penso sia legittimo che noi ci chiediamo e definiamo, con questo Parlamento e non il governo, le regole entro le quali si confrontano, interagiscono, lavorano i poteri dello Stato: la rappresentanza appartiene alla politica".
Crosetto ha quindi concluso: "Ho capito che esiste da parte della magistratura la percezione di un attacco. Penso che nessun potere, nessun organo dello Stato debba sentirsi sotto attacco da parte di un altro, o limitato nelle sue azioni dall'altro. Sarebbe l'ora di costruire un tavolo di pace nel quale si definiscono le regole per la convivenza nei prossimi anni. Non è possibile che ci sia uno scontro dal '94 a oggi senza riportare la discussione e la composizione all'interno di quest'aula, che per la Costituzione è il luogo dove le regole vengono fatte".