Caso Cospito al 41 bis, interviene l’Onu: “Italia rispetti le norme internazionali sulla detenzione”
Nel caso di Alfredo Cospito, anarchico 55enne detenuto in regime di 41bis e in sciopero della fame da oltre quattro mesi, "secondo l'Onu sarebbero violate la dignità e l'umanità del trattamento detentivo". L'Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani ha inviato all'Italia la richiesta di applicare "misure cautelative temporanee" sulla detenzione al 41bis di Cospito. Il documento è stato consegnato alla rappresentanza del governo italiano a Ginevra (sede dell'Alto commissariato) e anche all'avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini, che lo ha comunicato alla stampa.
Albertini, dopo la sentenza Cassazione che aveva negato la possibilità di far uscire Cospito dal regime di 41-bis, aveva "inoltrato una comunicazione individuale alla commissione Diritti umani denunciando le condizioni di detenzione del proprio assistito", come ha scritto in un comunicato insieme a Luigi Manconi, presidente della onlus A buon diritto. L'Onu non ha ancora deciso nel merito della sua petizione, ma nel frattempo ha chiesto all'Italia di "assicurare il rispetto degli standard internazionali e degli articoli 7 (divieto di tortura e trattamenti o punizioni disumane o degradanti e divieto di sottoposizione, senza libero consenso, a sperimentazioni mediche o scientifiche) e 10 (umanità di trattamento e rispetto della dignità umana di ogni persona privata della libertà personale) del Patto internazionale sui diritti civili e politici", ha detto Albertini.
Il governo non ha ancora risposto: "Grave se l'Italia ignora l'Onu come i regimi autocratici"
La comunicazione risale a mercoledì 1 marzo, ma l'avvocato e Manconi hanno deciso di renderla nota oggi perché "nonostante la richiesta dell'Onu di adottare misure urgenti a protezione del detenuto, trascorsi quasi due giorni dalla notifica del provvedimento, nessuna iniziativa è stata assunta dal ministro della Giustizia per revocare o quantomeno migliorare la condizione detentiva di Alfredo Cospito". Insomma, il ministro della Giustizia del governo Meloni, Carlo Nordio, che più volte ha detto che non intende sollevare il regime di 41-bis per l'anarchico, non ha ancora fatto nulla per rispondere alle Nazioni unite.
Al contrario, secondo l'avvocato di Cospito "lo Stato italiano deve, nel rispetto dei propri obblighi internazionali, dare esecuzione a tale misura provvisoria. Rappresenterebbe un grave precedente se la decisione adottata dal Comitato rimanesse lettera morta, se l'Italia emulasse l'indifferenza dimostrata per l'Onu dai regimi autocratici". Misure urgenti come questa vengono adottate dalle Nazioni unite "quando sussiste il rischio imminente per la tutela dei diritti essenziali della persona", per evitare "danni irreparabili al ricorrente" nel tempo che serve per arrivare a una decisione finale. In questo caso, "il danno irreparabile sarebbe ad esempio la morte di Alfredo Cospito durante la detenzione".
Per Albertini e Manconi, "con questa azione la Commissione sta per la prima volta mettendo in dubbio la legittimità del regime 41-bis rispetto alle convenzioni internazionali. È molto difficile che l'Italia possa dimostrare che una detenzione a vita e in un regime di estremo isolamento stia garantendo il fine essenziale di ravvedimento e riabilitazione sociale".