Caso Consip, Tiziano Renzi: “Mai presi soldi né promessi”
UPDATE – Tiziano Renzi: “Attacchi vergognosi”. In serata è arrivata una nota di Tiziano Renzi dopo le accuse mosse dai magistrati. “Gli unici soldi che spero di ottenere sono quelli del risarcimento danni per gli attacchi vergognosi che ho dovuto subire in questi mesi. Sono contento del fatto che il 16 marzo finalmente inizieranno i processi contro chi mi ha diffamato”, ha dichiarato il padre dell'ex premier Matteo nella nota diffusa dopo quanto emerso oggi dall'inchiesta Consip. “Nessuno mi ha mai promesso soldi, né io ho chiesto alcunché. Ho 65 anni e non ho mai avuto un problema con la giustizia per una vita intera fino a due anni fa, quando sono stato indagato e poi archiviato dalla procura di Genova”, ha detto ancora Tiziano Renzi aggiungendo di confermare la sua fiducia nei confronti del sistema giudiziario italiano e della magistratura.
Alfredo Romeo capo dell'omonimo gruppo di gestione di patrimonio immobiliare e servizi è stato arrestato questa mattina con l'accusa di corruzione, nell'ambito dell'inchiesta sul caso Consip sugli appalti della società controllata al cento per cento dal ministero dell'Economia, che si occupa di acquistare beni, forniture e servizi per le amministrazioni pubbliche. Al momento iscritti al registro degli indagati per i reati di traffico di influenze illecite il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio del Sette, il comandante della Legione Toscana dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia e il padre dell'ex premier, Tiziano Renzi. L'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Renzi e ora ministro dello Sport Luca Lotti è indagato invece per rivelazione di segreto di ufficio e favoreggiamento. L'ex parlamentare di An e del Pdl Italo Bocchino, consulente di Alfredo Romeo (alle relazioni istituzionali), e Carlo Russo, imprenditore farmaceutico di Scandicci, amico di Tiziano Renzi sono indagati dalla procura di Roma per traffico di influenze nell'ambito dell'inchiesta su Consip.
L'imprenditore Carlo Russo e Tiziano Renzi, "sfruttando le relazioni esistenti tra Tiziano Renzi e Luigi Marroni", amministratore delegato di Consip, "si facevano promettere indebitamente" "da Alfredo Romeo", "che agiva previo concerto con Italo Bocchino, suo consulente, utilità a contenuto economico, consistenti nell'erogazione di somme di denaro mensili, come compenso per la loro mediazione verso Marroni", in relazione allo svolgimento di gare, si legge nella contestazione riportata nel decreto di perquisizione a carico di Russo.
Il documento spiega come l'imprenditore Alfredo Romeo, in concerto con il suo consigliere personale Bocchino, "lautamente retribuito", "si sia accordato con Carlo Russo (a fronte di ingenti somme di denaro promesse)…affinché questi", utilizzando le sue personali relazioni e quelle di Tiziano Renzi, "interferisca indebitamente sui pubblici ufficiali presso la Consip al fine di agevolare la società di cui Romeo è dominus". Russo, in particolare, si legge nel decreto, avrebbe agito "utilizzando le proprie relazioni (di cui vi è prova diretta) e le relazioni di Tiziano Renzi (con il quale lo stesso Russo afferma di aver agito di concerto e al quale parimenti, da un appunto vergato dallo stesso Romeo, appare essere destinata parte della somma promessa)".