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Caso Consip, i pm chiedono l’assoluzione per Tiziano Renzi e un anno per l’ex ministro Lotti

La Procura di Roma ha chiesto l’assoluzione per Tiziano Renzi, padre del leader di Italia Viva, nel caso Consip. Tra le otto richieste di condanna c’è anche l’ex ministro Lotti, per cui i pm hanno chiesto un anno.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Otto richieste di condanna, due di assoluzione. È questo il bilancio delle richieste della Procura di Roma, nell'ambito del processo principale sul caso Consip. I nomi, però, sono dal peso specifico importante: per Tiziano Renzi, padre di Matteo, i pm hanno chiesto l'assoluzione, così come per Stefano Massimo Pandimiglio. Tra le richieste di condanna della Procura, invece, spiccano i nomi di Luca Lotti – sottosegretario di Stato proprio nel governo guidato da Matteo Renzi, poi ministro con Gentiloni – e dell'ex parlamentare Italo Bocchino. Per l'ex deputato del Partito Democratico i pm hanno chiesto un anno, così come per il direttore del Secolo d'Italia.

Per l'ex maggiore del Noe, Gian Paolo Scafarto, è stato chiesto un anno e 10 mesi, tre mesi per il colonello dei carabinieri Alessandro Sessa. E ancora: per l'imprenditore Alfredo Roma sono stati chiesti due anni e sei mesi e cinque anni per l'imprenditore Carlo Russo. Infine per l'ex generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia la Procura di Roma ha chiesto un anno, così come per Filippo Vannoni. Per Scafarto e Sessa, inoltre, è stata chiesta l'assoluzione per l'accusa di depistaggio. Nel procedimento vengono contestati, a seconda delle posizioni, anche i reati di traffico di influenze, rivelazione del segreto d'ufficio, falso, favoreggiamento, tentata estorsione e millantato credito.

Secondo i pm, però, è probabile che non si arrivi mai a sentenza: "Sono passati sette anni esatti dal 22 dicembre 2016 quando sono stato designato alla trattazione di questo procedimento. Un'indagine complessa, funestata da una serie infinita di fughe di notizie sia interne che esterne, che ha avuto una vastissima eco per i soggetti coinvolti, che ha avuto un'ampia utilizzazione a fini politici – ha commentato il pubblico ministero Mario Palazzi nel corso della requisitoria – Un'inchiesta che ha avuto un'articolata fase di indagine, con un dialogo serrato tra ufficio di procura e quello del gip. Un processo con una attività istruttoria amplissima, che ha attraversato il drammatico periodo Covid con i conseguenti rallentamenti: un processo che è più destinato alla storia che alla giustizia perché molti o quasi tutti questi reati saranno travolti dalla prescrizione. È irragionevole pensare che si arrivi a un giudizio definitivo senza la mannaia della prescrizione".

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