Caso Boccia-Sangiuliano, cos’è successo dall’inizio: dal post sulla nomina alle dimissioni
Il caso di Maria Rosaria Boccia e del ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano è nato il 26 agosto, quando Boccia ha pubblicato su Instagram un post in cui ringraziava per la propria nomina a "consigliere del ministro per i Grandi eventi". Da allora è arrivata una serie di smentite, di ulteriori uscite sui social e di richieste di chiarimento su che ruolo avesse avuto davvero Boccia all'interno del ministero, tra email riservate, foto e video da parte dell'influencer: le polemiche e i gossip sono culminate in due interviste, una del ministro e una della donna, che hanno dato versioni contrastanti della vicenda. Nel giro di pochi giorni, sono poi arrivate le dimissioni di Sangiuliano – le seconde, dato che a quanto pare la presidente Meloni aveva respinto le prime. Il ministro è stato sostituito da Alessandro Giuli, già presidente della Fondazione Maxxi.
Il post Instagram di Maria Rosaria Boccia
Tutto è cominciato con una foto di Boccia al fianco di Sangiuliano, postata sui social della donna, con la descrizione: "Grazie al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per la nomina a consigliere del ministro per i Grandi eventi". Quando il post è stato notato, sono iniziate le richieste di chiarimento. E molti hanno iniziato a scavare nel profilo di Boccia, notando le foto anche di diverse settimane prima, sempre in compagnia di Sangiuliano o in ambienti parlamentari.
La nomina a "consigliere per i Grandi eventi" e la smentita del ministero
Quando la questione è emersa e sempre più giornalisti hanno chiesto conto di questa nomina, il ministero ha rapidamente smentito, affermando che non ci fosse "nessuna nomina" e che Boccia fosse "una che si vuole far accreditare". A dichiararlo è stato il capo ufficio stampa del ministero della Cultura, Andrea Petrella.
Da queste parole sembrava, insomma, che Boccia fosse sostanzialmente una figura marginale che si era inventata di sana pianta la nomina, forse appunto per darsi più credito di quanto ne avesse realmente. Presto, però, è diventato chiaro che le cose erano diverse e più complicate. E la stessa Boccia ha condiviso degli screenshot delle conversazioni con Petrella, e di gruppi da cui era stata rimossa pochi giorni prima.
Le foto con il ministro Sangiuliano e l'email riservata
Come detto, le foto che mostrano Boccia e Sangiuliano insieme non mancano sul profilo della donna, e risalgono in alcuni casi anche a mesi fa. Questo ha suggerito che in realtà si trattasse di più di "una che si vuole far accreditare". Ipotesi confermata da diverse persone che l'hanno vista a eventi e occasioni ufficiali, oltre alle immagini che la mostrano a riunioni con dirigenti del ministero.
Soprattutto, è emersa una foto – pubblicata da Dagospia – di una mail inviata dal sovrintendente del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel al consigliere diplomatico Clemente Contestabile e al capo della segreteria del ministro con oggetto "Percorso G7 Anfiteatro". Boccia era in copia, e anche citata nel testo della mail, che conteneva informazioni sull'organizzazione del G7 – naturalmente legata a regole di sicurezza stringenti. A ulteriore conferma che Boccia era una figura inserita nelle dinamiche del ministero.
Il ministro Sangiuliano si difende con una lettera pubblica
Con la pubblicazione della mail e delle foto che dimostravano il coinvolgimento di Boccia, una spiegazione è diventata necessaria per provare a fare chiarezza. Ci ha provato Sangiuliano, dando una prima – e poco chiara – versione dei fatti. Con una lettera pubblica, il ministro ha lamentato la "tempesta mediatica" in cui si è trovato, e ha detto di aver conosciuto Boccia "a metà del mese di maggio durante la campagna per le elezioni europee".
Dopo aver osservato le sue capacità professionali, Sangiuliano avrebbe voluto darle effettivamente la nomina a consigliera, sempre a titolo gratuito. Tuttavia, sarebbero emerse "alcune perplessità del gabinetto sulla possibilità, ancorché meramente potenziale, di conflitto di interesse". In questa lettera, Sangiuliano non ha spiegato da cosa sarebbero nati questi conflitti d'interesse.
Nella missiva, il ministro ha comunque assicurato che Boccia "non ha mai preso parte a procedimenti amministrativi", che le occasioni in cui era presente "non avevano affatto carattere istituzionale" e non avevano nulla a che fare con il G7, che "mai si è discusso di questioni di sicurezza", e che "mai un euro del ministero, neanche per un caffè", era stato speso per lei.
Il colloquio di Sangiuliano con Giorgia Meloni
Quella data da Sangiuliano nella lettera è la stessa versione che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva fornito la sera prima, intervenendo – con una scelta politica forte in ‘difesa' del suo ministro – su Rete 4. Qui, Meloni aveva detto di aver avuto garanzie da Sangiuliano sia sulla riservatezza delle procedure del G7, sia sul fatto che non erano stati usati soldi pubblici per Boccia. Ma poco dopo la donna, sempre tramite i suoi social, l'aveva smentita con un post, condividendo proprio un documento legato al G7.
Questo ha contribuito probabilmente alla decisione di Meloni di convocare Sangiuliano a Palazzo Chigi. Durante il colloquio tra i due, durato oltre un'ora e mezza, si rincorrevano le voci sulle dimissioni del ministro. Che, secondo quanto è emerso successivamente, le ha effettivamente rassegnate in questo momento, salvo vederle respinte da Meloni stessa. All'uscita, Sangiuliano si è limitato a dire che aveva ribadito alla premier la verità di quanto già affermato in precedenza. Ma il caso politico non si è affatto chiuso.
Le diverse versioni di Sangiuliano e Boccia e i video da Montecitorio
Sono rimaste, infatti, molte incongruenze tra le due versioni raccontate dal ministro e dalla donna, soprattutto perché Sangiuliano ha continuato a essere poco chiaro sull'esatta natura della collaborazione con Boccia. Il ministro ha insistito dicendo di aver "fermato la nomina quando la nostra reciproca stima è diventata un fatto privato", ma Boccia ha risposto postando le immagini di una mail ricevuta dal personale del ministero. Una mail in cui si legge: "Le allego i contatti miei e del mio collega per qualsiasi esigenza legata alla sua nomina quale consigliere del ministro "per i grandi eventi"".
Ancora, Sangiuliano ha detto che neanche un euro del ministero era stato usato per i viaggi della donna, ma Boccia ha condiviso la foto di carte d'imbarco, sua e del ministro, affermando di non aver mai pagato nulla e di essersi interfacciata con la segreteria del ministero per le trasferte. Su questo punto, Sangiuliano ha poi detto di aver pagato personalmente per i viaggi di Boccia, e che l'auto blu sia stata usata per trasportarla solo per brevi tratti. Altra cosa che lei ha smentito, poiché avrebbero fatto lunghi viaggi in macchina, incluso da Roma a Pompei.
È emerso anche che Boccia aveva girato dei video all'interno di Montecitorio, sede della Camera, utilizzando degli occhiali smart dotati di videocamera. La donna ha comunque affermato che non ci sia "nulla di illegale" e che gli occhiali hanno un led che si accende quando si filma e quindi non si trattava di video ripresi ‘segretamente'. A Montecitorio ci sono regole stringenti che non permettono a chiunque di fare riprese, ma Boccia a questo ha replicato: "Allora dovremmo portare a processo centinaia di italiani, perché tutti quelli che vanno in visita a Montecitorio fanno foto e video con gli smartphone. Avevo appena comprato gli occhiali e volevo provarli. Non ho mai filmato alla presenza del ministro".
Le opposizioni chiedono le dimissioni
Naturalmente, la lettera di Sangiuliano non è bastata ad accontentare le opposizioni, e anzi le smentite continue arrivate da Boccia – anche nei confronti della premier Meloni – hanno portato a contestare ancora di più la credibilità del ministro e a chiederne le dimissioni. La richiesta è arrivata da tutti i partiti dell'opposizione. A Fanpage.it Matteo Orfini, deputato del Pd in commissione Cultura, ha affermato: "È solo una questione di tempo. Sangiuliano già di fatto non è più ministro della Cultura. È stato confermato, ma chi può prendere sul serio da oggi un ministro del genere?"
Luca Pirondini, senatore del M5s, ha dichiarato che "la diga che Giorgia Meloni e i suoi fedelissimi hanno eretto attorno al caso Sangiuliano ormai non regge più". Matteo Renzi, leader di Italia viva, ha ricordato un suo libro: "Scrivevo che Giorgia Meloni è una influencer e che la sua parabola ricordava la Ferragni", e ora "il ministro Sangiuliano sarà per l'influencer Meloni ciò che il pandoro Balocco è stato per l'influencer Ferragni". Carlo Calenda, a Omnibus, è stato critico: "Giorgia Meloni avrebbe dovuto far dimettere Sangiuliano istantaneamente. Nelle istituzioni vale anche lo stile, il modo simbolico in cui ci stai dentro".
L'intervista di Sangiuliano al Tg1
In un contesto di forte pressione politica e mediatica, con la minaccia pendente anche di un'indagine per peculato (che peraltro coinvolgerebbe anche Boccia) Sangiuliano si è rivolto al Tg1 per provare a chiudere il caso. In un'intervista di oltre 15 minuti, il ministro ha dato una versione più completa della storia fino a questo punto. "Il rapporto – ed è una vicenda privata – era di tipo affettivo, iniziato poco tempo dopo la nostra conoscenza, a maggio fino a fine luglio/inizio agosto", ha confessato. "Non ho usato impropriamente il denaro pubblico. Non sono ricattabile", ha aggiunto, rivelando anche di aver dato le dimissioni e che Meloni le avrebbe respinte.
Dopo la conoscenza, "il rapporto di amicizia è diventato una relazione sentimentale, ho portato avanti l'ipotesi della nomina. Poi mi sono confrontato con amici legali che mi hanno fatto notare come tutto ciò potesse configurare un conflitto di interessi. Ho mandato una mail al Capo di Gabinetto in cui lo invitavo a interrompere la nomina della dottoressa Boccia proprio per conflitto di interesse". Sangiuliano, commosso, si è poi scusato con la moglie e con la premier.
La replica di Boccia: cosa ha detto sui viaggi con Sangiuliano e i ricatti
La prima intervista ufficiale di Maria Rosaria Boccia ha portato una maggiore chiarezza sulla versione della donna, per quanto siano rimasti dei sottintesi e dei passaggi poco chiari. Alla Stampa, Boccia ha detto che per quanto ne sa "le trasferte venivano pagate dal ministero", ha affermato di essere stata al ministero "oltre venti volte" (Sangiuliano aveva parlato di cinque volte). Ha chiarito che i viaggi con le auto blu ha effettuato "lunghe trasferte", come quando "da Roma siamo arrivati fino a Pompei", e che sono state usate anche "per eventi miei personali e privati, dove lui ha voluto presenziare".
Boccia ha dichiarato di aver registrato tutto perché Sangiuliano a fine luglio le avrebbe detto: "Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l’istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai". Ha ribadito che Sangiuliano l'aveva presentata ad altri come "consigliere Grandi eventi", e di aver avuto accesso "a tutta l'organizzazione del G7". Poi ha accennato a gruppi che starebbero "ricattando" il ministro, senza fornire ulteriori dettagli, tranne quello che "ci sono direttori di settimanali" all'interno.
Le dimissioni di Sangiuliano
La vicenda è culminata con le dimissioni del ministro, presentate ieri pomeriggio. Con una lettera inviata alla presidente del Consiglio, Sangiuliano ha ringraziato Meloni per aver preso le sue difese, rivendicando i risultati raggiunti durante il suo mandato alla guida del MiC. Il ministro ha spiegato di non essere disposto ad accettare che il suo lavoro venga ‘macchiato dal gossip' e che intende procedere "in tutte le sedi legali" contro Boccia, ribadendo la sua ‘assoluta trasparenza e correttezza".
Le dimissioni sono state accettate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha proceduto a nominare, su proposta di Giorgia Meloni, Alessandro Giuli come nuovo ministro della Cultura al posto di Sangiuliano. Il giornalista è attualmente presidente della Fondazione MAXXI, incarico assegnatoli a dicembre 2022 proprio dall'ormai ex ministro.
Cosa è successo dopo le dimissioni di Sangiuliano
Nelle ore e nei giorni immediatamente successivi alle dimissioni, il caso non si è chiuso. L'ormai ex ministro ha continuato a difendere le proprie posizioni, facendo sapere che sarebbe tornato a lavorare in Rai come giornalista (ma senza "un ruolo di rilievo"). Hanno fatto molto discutere le sue ultime nomine, con cui avrebbe piazzato diverse persone a lui vicine – tra cui anche il suo legale – nel ruolo di consiglieri della commissione che decide quali film italiani possono ricevere fondi pubblici.
La Corte dei Conti del Lazio ha aperto un'inchiesta in cui verificherà se dei soldi pubblici siano stati effettivamente usati in modo improprio, cosa di cui Sangiuliano si è detto "lieto". Per quanto riguarda Boccia, non ha cessato le ostilità. Dopo l'intervento di Giorgia Meloni, in cui la presidente del Consiglio ha parlato anche della donna, Boccia ha nuovamente attaccato, dicendo che la premier ha "sferrato un colpo al vento, senza intaccare la verità".