video suggerito
video suggerito

Caso Boccia, Orfini (PD) a Fanpage: “Sangiuliano di fatto non è più ministro, chi può prenderlo sul serio ora?”

Matteo Orfini, deputato del Partito democratico in commissione Cultura, a Fanpage.it ha commentato il caso del ministro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia: “Sangiuliano già di fatto non è più ministro della Cultura. Chi può prendere sul serio da oggi un ministro del genere?”. E su Meloni: “Ha sottovalutato la vicenda”, forse perché “è abituata a difendere l’indifendibile”.
A cura di Luca Pons
944 CONDIVISIONI
Immagine

Il caso di Maria Rosaria Boccia e del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha messo in evidenza la pochezza della classe dirigente che Fratelli d'Italia ha portato al potere. Lo ha detto Matteo Orfini, deputato del Partito democratico in commissione Cultura, interpellato da Fanpage.it. Non solo: per Orfini Sangiuliano "non è più ministro della Cultura, di fatto", perché ha perso ogni credibilità anche alla maggioranza. E c'è una responsabilità di Giorgia Meloni, che ha sottovalutato la gravità della situazione perché è "abituata a difendere l'indifendibile".

Da oltre una settimana il caso di Sangiuliano e Boccia occupa il dibattito politico, e negli ultimi giorni il ministro è stato molto vicino alle dimissioni – che sono state respinte dalla premier Meloni. Pensa che dovrebbe lasciare l'incarico?

È solo una questione di tempo. Sangiuliano già di fatto non è più ministro della Cultura. È stato confermato, ma chi può prendere sul serio da oggi un ministro del genere? Quando Sangiuliano andrà da Giorgetti nella fase di preparazione della legge di bilancio a chiedere dei fondi per la cultura, che forza contrattuale avrà? Oggi ha firmato i decreti per la riforma del ministero – chi può prendere sul serio riforme fatte da una persona del genere?

Da una parte quindi c'è questa colossale umiliazione per la cultura italiana – perché poi Sangiuliano rappresenta la cultura italiana, e questo già di per sé è assurdo, ancora di più oggi. Ma poi c'è il fatto che tutto il settore è in enorme difficoltà per le scelte che lui da ministro ha fatto.

È in linea quindi con la posizione di Carlo Calenda, che Sangiuliano debba dimettersi non per lo scandalo ma per quello che ha fatto da ministro?

Ci sono 250mila lavoratori e lavoratrici del cinema che sono a casa, il settore è bloccato perché il governo non ha fatto quello che avrebbe dovuto in questi mesi. Ci sono centinaia di produttori che rischiano di fallire per la riforma del tax credit. E potrei andare avanti. Ovunque ti giri c'è un disastro, quindi già c'erano tutti i motivi per cacciarlo. Dopodiché, ovviamente una vicenda come questa squalifica completamente la persona, e toglie ogni credibilità. Tenerlo lì è un danno al Paese, alla cultura italiana e al governo.

A proposito di governo: ha sbagliato Giorgia Meloni a respingere le sue dimissioni (presumendo che questo sia effettivamente avvenuto)?

Non capisco perché l'abbia fatto. Io penso che abbia sottovalutato la vicenda, e l'impatto che sta avendo e continuerà ad avere. Non è una questione che si chiude qui. Capisco che è abituata a difendere l'indifendibile: lo ha fatto con Santanchè, lo ha fatto con Delmastro, lo ha fatto con Donzelli. Ma questo è forse il caso più eclatante della pochezza della classe dirigente che Fratelli d'Italia ha portato al governo. Ogni giorno ci ritroviamo a parlare o di componenti del ‘cerchio magico' di Meloni – come appunto Donzelli, Santanchè, Delmastro, ma anche Lollobrigida – o di chi se ne trova subito al di fuori, come Sangiuliano. Ogni giorno c'è una nuova figuraccia.

944 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views