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Caso Boccia-Sangiuliano

Caso Boccia, il Senato deciderà se i pm possono leggere le chat di Sangiuliano: quando si vota

Nell’indagine per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio, i magistrati potranno avere accesso alle comunicazioni private dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano solo se arriverà l’autorizzazione del Senato. La giunta si riunirà il 22 ottobre per decidere, e l’Aula voterà il 29. Le stesse chat sono già in mano agli inquirenti nell’inchiesta in cui è indagata Maria Rosaria Boccia.
A cura di Luca Pons
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Una delle inchieste nate dal caso dell'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e dell'imprenditrice Maria Rosaria Boccia potrebbe essere vicina a una svolta. L'indagine in cui Sangiuliano è sospettato di peculato e rivelazione di segreti d'ufficio deve passare dall'autorizzazione del Senato, il 29 ottobre, per avere accesso alle sue comunicazioni personali. Senza, naturalmente, sarebbe molto più complicato capire se effettivamente l'allora ministro abbia rivelato dei segreti a Boccia che la donna non avrebbe dovuto conoscere.

Andando in ordine: come è noto, sono tre le indagini attualmente in corso. Una è un approfondimento della Corte dei Conti per valutare se Sangiuliano ha causato un danno erariale. Le altre due sono in mano alla Procura di Roma. Da una parte, Maria Rosaria Boccia è indagata per minaccia o violenza a corpo politico dello Stato e per lesioni aggravate, a seguito di una querela di Sangiuliano. Dall'altra, l'ex ministro è indagato per peculato e rivelazione di segreto d'ufficio, con l'ipotesi che abbia (ad esempio) usato impropriamente i soldi pubblici per dei viaggi con Boccia, e le abbia comunicato delle informazioni che non avrebbe dovuto avere, tra cui quelle relative al G7 di Pompei.

Mentre le chat tra Sangiuliano e Boccia sono già in mano agli inquirenti nell'indagine sulla donna, in quella sull'ex ministro la faccenda è più complicata. Il fascicolo era stato inviato al Tribunale dei ministri, dato che si parlerebbe di reati ministeriali commessi mentre era in carica. Il Tribunale aveva quindi inoltrato, l'11 ottobre, la richiesta al Senato.

Da qui il caso è passato alla Giunta delle elezioni e immunità, presieduta da Dario Franceschini (Pd) e naturalmente composta in maggioranza da esponenti del centrodestra. Il fascicolo ha avuto la priorità, e il primo incontro della giunta per discuterne si è svolto martedì. Il prossimo appuntamento, dove arriverà la decisione, è fissato a martedì 22 ottobre. Qui la giunta stilerà la sua relazione, suggerendo al Senato di approvare o respingere la richiesta del Tribunale.

La domanda di accesso alle chat di Sangiuliano giungerà quindi in Aula, stando ai tempi previsti per il momento, martedì 29 ottobre. Lì arriverà la decisione definitiva. Nei prossimi giorni, l'ex ministro se lo desidera potrà chiedere di essere ascoltato dalla giunta, oppure inviare un testo scritto, per difendere la propria posizione e convincere i senatori. Come detto, infatti, non importa che le stesse chat siano già agli atti della Procura per un'altra indagine, perché quell'inchiesta riguarda altri reati e soprattutto vede Sangiuliano non come possibile imputato, ma come potenziale vittima. Perciò, non si applicano le garanzie ministeriali.

Si attendono sviluppi a breve sulla vicenda. Entro meno di due settimane, sarà chiaro se l'indagine su Sangiuliano potrà proseguire utilizzando le comunicazioni private a Boccia o se dovrà farne a meno, di fatto rinunciando a una parte importante delle possibili prove. Negli ultimi giorni intanto non si sono fermate le attenzioni sul caso. Un'intervista a un ex dell'imprenditrice ha portato alla luce alcuni aneddoti sulla donna, e lunedì due carabinieri si sono presentati al ministero della Cultura chiedendo di avere accesso ad alcuni documenti, e ricevendo la "massima collaborazione" dall'attuale ministro Giuli.

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