Cosa diranno Nordio e Piantedosi nell’informativa alla Camera e al Senato e perché Meloni non sarà presente
Oggi alle 12:15 il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il ministro della Giustizia Carlo Nordio saranno in Aula alla Camera per un'informativa urgente sul caso Osama Njeem Almasri, il generale libico accusato di crimini di guerra e contro l'umanità. Almasri, arrestato in Italia lo scorso 19 gennaio su mandato della Corte Penale Internazionale (CPI), è stato scarcerato solo due giorni dopo e immediatamente rimpatriato in Libia con un volo di Stato. La decisione ha scatenato forti polemiche e un'inchiesta della Procura di Roma, mentre il governo Meloni è finito sotto accusa per favoreggiamento e peculato.
I due ministri avrebbero dovuto riferire già la scorsa settimana, ma l'informativa era stata rinviata a seguito dell'avviso di garanzia notificato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai ministri Piantedosi e Nordio, e al sottosegretario Alfredo Mantovano. Il Parlamento, su richiesta delle opposizioni, è rimasto in attesa di una nuova data per l'audizione, che poi è stata fissata per la giornata di oggi.
Scontro sulla trasparenza: la diretta Rai per l'informativa
Le opposizioni, ieri, 4 febbraio, hanno denunciato a più voci l'assenza di trasparenza nella gestione del caso e, in particolare, la mancata trasmissione in diretta Rai dell'informativa alla Camera. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha spiegato inizialmente che per ottenere la diretta è necessaria l'unanimità, ma qualcuno all'interno della maggioranza si sarebbe opposto. Di contro, l'informativa che si terrà al Senato alle 15:30 sarà trasmessa in diretta. L'opposizione ha quindi chiesto formalmente al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, di garantire la copertura televisiva anche a Montecitorio.
Giorgia Meloni non sarà presente in Aula
Accanto a Piantedosi e Nordio, il governo si presenterà compatto, rispondendo a un'indicazione diretta di Giorgia Meloni: la premier, sebbene non sarà presente in Aula, ha chiesto ai suoi ministri di dare un segnale di unità. Resta il sospetto però che la decisione di evitare un confronto diretto sia dovuta alla volontà di non alimentare ulteriori tensioni all'interno della stessa maggioranza. Le opposizioni intanto continuano a chiedere che Meloni si presenti in Parlamento per rispondere direttamente.
Le incongruenze del caso Almasri: cosa diranno i ministri
I ministri avranno circa mezz'ora ciascuno per ricostruire la vicenda e chiarire la posizione del governo: si può presumere che Piantedosi difenderà la scelta di espellere Almasri per motivi di sicurezza, mentre Nordio spiegherà le criticità legali che hanno portato alla sua scarcerazione. Il governo potrebbe giustificare l'accaduto anche con una comunicazione tardiva o incompleta da parte della CPI, che avrebbe segnalato il cambiamento di status del generale solo dopo il suo ingresso in Italia. Le opposizioni, invece, punteranno il dito contro una gestione politica dell'arresto e un'operazione condotta con troppa fretta. Sul banco degli imputati potrebbe finire anche l'ambasciata italiana all'Aja, "accusata" di aver trasmesso in ritardo informazioni cruciali sulla posizione giudiziaria di Almasri. Decine di parlamentari dell'opposizione sono iscritti a parlare, e il dibattito potrebbe protrarsi per diverse ore. L'unica certezza è che Piantedosi e Nordio dovranno rispondere a un fuoco incrociato di domande e critiche.
Le opposizioni
Il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, dichiara che Meloni "continua a non venire in Parlamento": in Senato, evidenzia, "un premier time manca da un anno e mezzo, siamo a metà legislatura e la presidente è venuta una volta sola, è molto grave". Sul fatto che al Senato l'informativa verrà trasmessa in diretta tv: "Evidentemente la maggioranza ha preso atto che era molto imbarazzante dire ‘no' a metterci la faccia, almeno nella discussione".
Attacca la premier anche il capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle Riccardo Ricciardi: "La Meloni si nasconde dietro i suoi ministri. Non si capisce perché, se vengono i suoi ministri, la Meloni non venga in aula. Continua a scappare. Vedremo domani quali saranno le mille versioni e contraddizioni del governo".
Duro anche Giuseppe Conte, leader del M5S che dichiara: "È la Presidente del Consiglio che deve venire. Perché anche la Presidente del Consiglio è stata avvisata, c'è questo accertamento da fare davanti al Tribunale dei Ministri, ed è responsabile insieme ai ministri".
Il report ONU
Il caso Almasri è esploso a livello internazionale già prima dell'arresto in Italia: nel dicembre 2024, infatti, un rapporto degli investigatori dell'ONU al Consiglio di Sicurezza aveva nuovamente evidenziato il suo ruolo nei crimini commessi all'interno del sistema carcerario libico. Almasri è stato identificato come uno dei principali responsabili dell'Apparato di Sicurezza libico "Dacot" (Deterrence Apparatus for Combating Organized Crime and Terrorism), in cooperazione con l'agenzia di intelligence interna Isa. Secondo il Panel of Experts delle Nazioni Unite, le sue attività seguono un modello sistematico di detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate, torture e negazione dei diritti fondamentali. Le indagini dell'ONU si basano su testimonianze dirette e documentazione medica e giudiziaria: alcuni ex detenuti hanno descritto Almasri come direttamente responsabile di torture e maltrattamenti nel noto carcere di Mitiga, a Tripoli, in Libia. Le vittime raccontano di pestaggi sistematici, minacce di morte e sevizie inflitte anche di fronte ai familiari. L'ONU ha documentato anche l'esistenza di una vera e propria rete criminale all'interno delle istituzioni libiche, con 17 alti funzionari militari e governativi coinvolti nel traffico di esseri umani e nelle violazioni dei diritti umani. Proprio sulla base di queste prove, la CPI aveva spiccato un mandato di cattura nei confronti di Almasri, che l'Italia però ha deciso di ignorare con un'espulsione lampo.