E'un Pierferdinando Casini carico e convincente quello che dal palco della convention milanese dell'Unione di Centro analizza l'attuale situazione politica e traccia il percorso dei centristi. Un partito che non ha l'abitudine di disertare ed è disponibile a sedersi al tavolo delle trattative per garantire un Governo agli italiani, una cabina di regia che traghetti l'Italia fuori dalla crisi, faccia le riforme di cui il Paese ha bisogno e sia attenta a non disgregare il tessuto sociale della nazione. Insomma, una apertura importante nei confronti della Maggioranza e del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma a partire da alcune considerazioni che il leader centrista ritiene basilari e vincolanti.
"Un governo di armistizio, di responsabilità e di solidarietà nazionale” che raccolga i cocci della maggioranza attuale e sappia indirizzare concretamente i suoi sforzi, ma soprattutto segni una marcata discontinuità col passato. Infatti, affonda l'ex Presidente della Camera, “non ci piace questo governo, non ci piace l'egemonia della Lega e non ci fidiamo delle promesse di Berlusconi”. Parole che se da un lato hanno trovato comprensibile soddisfazione fra le "colombe" del Centrodestra (che dopo il parziale dietrofront di Fini incassano anche l'apertura del leader emiliano), dall'altro hanno accentuato il malumore in casa leghista con il Ministro dell'Interno Roberto Maroni pronto a ribadire che è impensabile che chi ha perso le elezioni vada al governo e, relativamente al Governo d'armistizio "questa mi mancava c’é stato quello tecnico, di scopo, di responsabilità nazionale, ora quello di armistizio che non so cosa sia".