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Casini: “Io ancora con Berlusconi? Non scherziamo, il centrodestra non è più quello di una volta”

Pierferdinando Casini appare convinto dell’alleanza con il Partito Democratico di Matteo Renzi e motiva il suo allontanamento dal centrodestra: “Stare ancora con Berlusconi? Non siamo su Scherzi a parte. Io nel 2001 sono stato eletto presidente della Camera, in quei cinque anni ho avuto un rapporto molto difficile con Berlusconi. Io non sono del Partito Democratico, sono un alleato: il centrodestra non è più quello di ieri, l’elemento trainante sono i lepenisti di Salvini e le persone hanno capito la differenza rispetto a com’era prima”.
A cura di Charlotte Matteini
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Pierferdinando Casini, ora candidato con il centrosinistra e alleato del Partito Democratico, spiegando le motivazioni che l'hanno portato a preferire la coalizione di Matteo Renzi a quella di Silvio Berlusconi, ha pesantemente criticato il centrodestra: "Stare ancora con Berlusconi? Non siamo su Scherzi a parte. Io nel 2001 sono stato eletto presidente della Camera, in quei cinque anni ho avuto un rapporto molto difficile con Berlusconi. Ho espresso il mio favore dello Ius soli in tempi non sospetti ed il segno che questo Paese sta regredendo è dimostrato dal fatto che quando ne parlai il centrodestra non polemizzò con me, ora invece il Paese è andato indietro", ha spiegato Casini. "Io non sono del Partito Democratico, sono un alleato: il centrodestra non è più quello di ieri, l'elemento trainante sono i lepenisti di Salvini e le persone hanno capito la differenza rispetto a com'era prima. Poi ci sono i cinque stelle che hanno idee come Scientology, una setta. Oggi rafforzare il centrosinistra è rafforzare un'idea d'Italia". Proseguendo, Casini non ha buone parole nemmeno per il leader della Lega Matteo Salvini: "Quando uno ricorre a una esibizione di un rosario per prendere quattro voti in più si commenta da solo. Non capisco come uno possa pensare che un'esibizione di quel tipo possa piacere alle persone di buon senso", ha commentato l'ex presidente della Camera criticando il giuramento politico fatto dal palco di piazza Duomo a Milano dal leader del Carroccio con tanto di rosario e Vangelo in mano.

La reazione di Civati

"Prima hanno fatto appello al voto utile, poi hanno evocato un voto dannoso. Loro che di danni ne hanno fatti con il Jobs Act, la riforma della Scuola e la distruzione del territorio. Per non dimenticare il Rosatellum, che già tutti vogliono cambiare. Ora anche Casini riparla di voto utile, chiedendolo per sé e per il Pd (sì, proprio così). Al massimo quello dato a lui è un voto trasformista. Questa campagna elettorale è scaduta a un livello patetico di dibattito. Con Liberi e Uguali abbiamo avanzato proposte precise su fisco, sanità, lavoro, ambiente, che spesso sono state nascoste dietro il fumo di altrui polemiche e dibattiti estenuanti sulle alleanze. Le nostre sono idee di sinistra, ovviamente: su questo chiediamo il voto. E non per operazioni di larghe intese o presunti tali", è il commento del leader di Possibile e candidato di LeU, Giuseppe Civati.

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