Case green, modifiche alla direttiva Ue: cosa cambia e chi dovrà ristrutturare
Il punto di caduta, sulle case green, alla fine si troverà. Il Consiglio Ue ha chiesto a Commissione e Parlamento di venire incontro alle esigenze degli Stati, modificando l'impianto della direttiva che per mesi ha terrorizzato gli abitanti di moltissimi Paesi, Italia in testa. "Ci sono volute dieci ore di negoziato, ma ne è valsa la pena perché abbiamo fatto molti progressi – dicono fonti della presidenza Ue all'Ansa – Ci sono ancora alcune questioni aperte, ma l'incontro negoziale finale avverrà nelle prossime settimane e speriamo davvero di trovare un accordo su una direttiva molto importante per ridurre le emissioni". Insomma, siamo sulla buona strada, ma l'accordo ancora non c'è.
Si procede sulla strada della "flessibilità", invocata da molti Stati membri. L'ultima riunione dei negoziatori, per finalizzare il testo, si terrà a dicembre. Poi la direttiva potrebbe ricevere il via libera definitivo del trilogo prima della fine della legislatura. L'ultima versione del testo, però, sarebbe molto differente dall'originale, che prevedeva l'obbligo di migliorare la classe energetica degli edifici più vecchi in un massimo di dieci anni. Quella regola, in sostanza, è scomparsa: agli Stati dovrebbe spettare l'elaborazione di un piano entro il 2050 con target di riduzione dei consumi di energia. Restano sullo sfondo la quesitone dei mutui green e l'obbligo di installare pannelli solari sugli edifici pubblici e non residenziali. È saltato l'obbligo di installazione di colonnine di ricarica nei parcheggi per gli edifici residenziali esistenti.
In alternativa, secondo altre fonti, potrebbe passare una versione mediata della tabella di marcia originaria. Non più la classe energetica E entro il 2030 e D entro il 2033, ma rispettivamente entro il 2040 e il 2050. Insomma, un tempo nettamente più dilatato. Per le nuove costruzioni, invece, l'obbligo entrerebbe in vigore dagli anni indicati in precedenza. Non è ancora chiaro quale delle due versioni passerà. Certo, se dovesse essere approvata una direttiva con libertà totale nelle mani degli Stati, sarebbe l'ennesimo netto fallimento per la svolta green che aveva annunciato la Commissione Ue all'inizio del suo mandato.