Case green, la Camera chiede al governo di evitare che la direttiva venga approvata
No alle case green, no alla direttiva europea. Dal centrodestra si è alzato un coro abbastanza unanime dopo le notizie riportate nelle ultime settimane sulla questione dell'ammodernamento energetico del patrimonio edilizio italiano. Insomma, con la partita del Superbonus nel mezzo – che resta un'esperienza che si presta a diverse letture, ma in ogni caso pregna di spunti di riflessione sulla sostenibilità della misura su larga scala – e l'Anci che non ha certo lesinato commenti negativi, l'idea che tempi e modi della direttiva Ue sulle case green siano sbagliati si è diffusa abbastanza rapidamente. Oggi, però, è arrivato un ulteriore passo. Un'indicazione chiara del Parlamento, che – per quanto diviso tra maggioranza e opposizione – ha mandato un messaggio al governo Meloni.
La Camera ha dato il via libera alla mozione di maggioranza contro la direttiva europea, che impegna il governo "ad adottare le iniziative di competenza presso le competenti istituzioni europee al fine di scongiurare l'introduzione della disciplina" sulle case green, "nell'ottica di tutelare le peculiarità dell'Italia e, dunque, garantire al nostro Paese la necessaria flessibilità per raggiungere obiettivi di risparmio energetico più confacenti alle proprie caratteristiche". Bocciate, invece, le controproposte delle opposizioni, presentate singolarmente dai vari gruppi che non sostengono il governo Meloni.
Il messaggio della maggioranza in Parlamento, anche in questo caso, è chiaro: bisogna evitare che la direttiva entri in vigore così com'è. Ma in generale serve garantire all'Italia la flessibilità per raggiungere obiettivi in base alle peculiarità. Non si capisce bene, in questo caso, cosa significhi. Il risparmio energetico è sostanzialmente invariato di Paese in Paese, ma il patrimonio edilizio italiano è tra i più arretrati d'Europa da questo punto di vista. Il problema è che sarebbero milioni e milioni gli edifici coinvolti, con dei costi esorbitanti che nessun cittadino potrebbe permettersi senza un aiuto consistente dello Stato. Ma che in Italia la dispersione energetica sia all'ordine del giorno è un fatto, e un problema serio da affrontare con un minimo di programmazione.