Case green, chi sarà obbligato a ristrutturare con la direttiva Ue e perché il governo è contrario
L'Unione europea tira dritto sulla direttiva sulle case green, nonostante la perplessità – per usare un eufemismo – del governo italiano e non solo. Il primo voto del Parlamento europeo – che dovrà valutare anche circa 1.500 proposte di modifica alla norma – è slittato al 9 febbraio, ma intanto non si placano le polemiche. Un'applicazione della direttiva così com'è, infatti, presupporrebbe la ristrutturazione di due edifici residenziali su tre in tutta Italia, con dei costi enormi e tutta una serie di effetti da considerare.
Anche perché la recente esperienza del Superbonus edilizio al 110% ha lasciato senz'altro indicazioni in questo senso, sia dal punto di vista del costo dei materiali – che si è impennato – che rispetto alla carenza di manodopera per via dell'enorme domanda arrivata negli ultimi anni. Pensare di scaricare completamente il costo delle ristrutturazioni sui cittadini è impossibile, ma anche per le casse dello Stato non sarebbe sostenibile coprire con incentivi e aiuti un fabbisogno così ampio e soprattutto concentrato in un periodo di tempo tutto sommato breve.
L'obiettivo della direttiva è elevare l'efficienza energetica degli edifici destinati a uso residenziale almeno alla classe E entro il 2030, per poi salire alla D entro i tre anni successivi. Questo taglierebbe fuori tutti gli edifici in classe F e G, che sono la stragrande maggioranza in Italia. Le case tra la classe E e la classe G, che sarebbero "fuorilegge" entro il 2033 secondo le nuove regole, sono il 76% del totale.
Il Superbonus, per fare un paragone rispetto alla mole di interventi che coinvolgerebbero il Paese, ha riguardato in questi anni il 5% degli edifici unifamiliari e lo 0,8% di quelli plurifamiliari. Una briciola di quelli che sarebbero coinvolti in questo maxi piano di adeguamento energetico.
Perché il governo italiano è contrario alla direttiva Ue sulle case green
Le polemiche in Italia, intanto, non si arrestano. In ordine sparso moltissimi esponenti del governo e dei partiti di centrodestra hanno promesso battaglia sulla direttiva, e anche il presidente dell'Anci – il dem Antonio Decaro – ha definito "impossibile da rispettare" la tabella di marcia dell'Ue.
Dopo gli attacchi di Fratelli d'Italia e Forza Italia, oggi la Lega ha annunciato una mozione alla Camera dei deputati per impegnare il governo a opporsi alla direttiva sulle case green: "L'Ue deve rendersi conto delle specificità dei vari Paesi – ha dichiarato il capogruppo Molinari – in particolare di quelle dell'Italia dove imporre la transizione energetica a tutto il patrimonio edilizio e immobiliare significherebbe una stangata per gli italiani, sia per i costi da sostenere che per la perdita di valore della propria abitazione nel caso in cui non si adempisse agli obblighi".