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Casa di Montecarlo, archiviazione per Gianfranco Fini: “nessun reato”

Archiviazione per l’inchiesta sulla casa di Montecarlo, in cui il presidente della Camera, Gianfranco Fini, era accusato di truffa assieme al senatore Francesco Pontone. “Nessun reato” per il Gip Figliolia, perché la casa apparteneva al patrimonio di Alleanza Nazionale.
A cura di Alessio Viscardi
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L'inchiesta per truffa a carico del presidente della Camera, Gianfranco Fini, e del senatore Francesco Pontone per la compravendita della famosa casa di Montecarlo, appartenente al patrimonio di Alleanza Nazionale ma diventata dimora di Giancarlo Tulliani, è finita in archiviazione. Il gip Carlo Figliolia scrive: “Nella vicenda non è ravvisabile nessun reato”. Il provvedimento è stato motivato dal fatto che nella vicenda non si sarebbe verificata “quella falsa rappresentazione della realtà” alla base del reato contestato.

La casa di Montecarlo, infatti, apparteneva grazie a un lascito ereditario al patrimonio immobiliare del partito Alleanza Nazionale. La casa fu ceduta ad un prezzo inferiore a quello di mercato, ma non ci fu nessuna “induzione in errore” dei soggetti coinvolti: l'immobile appartiene al patrimonio del partito e gli amministratori possono disporne come meglio credono. È quanto si legge sulle due pagine del provvedimento con cui viene richiesta l'archiviazione del procedimento a carico di Gianfranco Fini.

Vengono riepilogati tutti gli accertamenti condotti sull'immobile di Boulevard Princesse Charlotte e viene sottolineato che già il pubblico ministero aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo, con motivazioni che il gip Figliolia “condivide pienamente”: “nel comportamento degli imputati non sono configurabili gli estremi del reato”.

Il fascicolo era stato aperto dopo la denuncia di alcuni membri di La Destra di Storace, che aveva come oggetto le sospette modalità con cui la casa di Montecarlo, lasciata di eredità da una militante al partito di Gianfranco Fini, fosse stata venduta attraverso alcune società off-shore a Giancarlo Tulliani, il quale è cognato del presidente della Camera. L'acquisto sarebbe avvenuto a un prezzo ampiamente inferiore a quello di mercato, come sarebbe dimostrato da alcune carte giunte dal ministero degli Esteri di Santa Lucia.

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