Cartelle esattoriali, pagamenti a rate fino a 10 anni per chi ha debiti con Fisco: le novità nel decreto
Il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto legislativo che va ad aggiungere un altro tassello alla riforma fiscale. È solo la prima approvazione: ora il testo andrà al Parlamento per tutte i pareri sulle eventuali modifiche, poi tornerà in mano al governo per il via libera definitivo. A meno di sorprese, però, la norma resterà sostanzialmente la stessa, ed entrerà in vigore a partire dal 2025: i debiti con il Fisco saranno cancellati dopo cinque anni, se non è più possibile recuperarli, e chi deve mettersi in regola potrà dividere i pagamenti in 120 rate mensili per un periodo di dieci anni.
Quali cartelle saranno stralciate dopo 5 anni: il discarico automatico e anticipato
Per quanto riguarda i vecchi debiti, il decreto dice questo: tutte le cartelle affidate all'Agenzia delle Entrate dal 1° gennaio 2025 in poi, se non saranno state riscosse entro il 31 dicembre di cinque anni dopo, saranno "automaticamente discaricate". Ovvero, il debito sarà cancellato. Il "discarico" potrà avvenire anche in anticipo rispetto a queste scadenze, se il Fisco verifica che c'è stato un fallimento o una liquidazione giudiziale, o se può confermare che il debitore semplicemente non ha dei beni che possano essere riscossi.
Resta il fatto che in questi cinque anni l'Agenzia dovrà fare tutto il possibile per recuperarli, certo. Per ridurre i tempi, sarà obbligata a inviare la notifica della cartella ai debitori entro nove mesi dal momento in cui viene comunicato il debito. Ma superato un certo periodo, le cartelle saranno semplicemente eliminate.
Ci sono delle eccezioni allo stralcio automatico dopo cinque anni: se la riscossione è sospesa, o ci sono procedure esecutive o concorsuali ancora in corso; oppure se nel corso dei cinque anni si sono raggiunti degli accordi per mettersi in regola e saldare quel debito. In questi casi, il conto alla rovescia dei cinque anni parte o da quando la riscossione non è più sospesa, o quando si concludono le procedure esecutive o concorsuali, o infine se il debitore aveva fatto un accordo (ad esempio il pagamento a rate del debito) ma poi non l'ha rispettato.
Questa norma vale per i nuovi debiti, quelli che saranno creati dal 2025 in poi. Ma il governo ha già deciso che ci sarà anche un'apposita commissione (composta da magistrati contabili e da tecnici del ministero dell'Economia) che suggerirà dei modi per cancellare anche i debiti precedenti, quelli accumulati dal 2000 in avanti. Nei prossimi anni, quindi, con altri decreti l'intenzione è di intervenire anche sulle cartelle più vecchie.
Chi potrà pagare i propri debiti con il Fisco in rate mensili per dieci anni
Un'altra misura discussa prevede che chi è in "obiettiva difficoltà" economica possa scegliere di saldare i propri debiti con l'Agenzia delle Entrate dividendoli in rate mensili per anni e anni: fino a 120 rate, ovvero dieci anni, in alcuni casi. In particolare, per i debiti fino a 120mila euro basterà una semplice richiesta in cui si dichiara di essere in difficoltà (senza dimostrarlo) per chiedere di dilazionare:
- fino a 84 rate mensili, per le richieste presentate negli anni 2025 e 2026
- fino a 96 rate mensili, per le richieste presentate negli anni 2027 e 2028
- fino a 108 rate mensili, per le richieste presentate dal 2029 in avanti
Se invece non si presenta una semplice richiesta, ma si invia anche la documentazione necessaria per provare che ci si trova in difficoltà, i numeri crescono. Per i debiti sopra i 120mila euro, si potrà chiedere la divisione fino a 120 rate, a prescindere dall'anno in cui si fa domanda. Per i debiti più bassi:
- da 85 a 120 rate mensili, per le richieste presentate negli anni 2025 e 2026
- da 97 a 120 rate mensili, per le richieste presentate negli anni 2027 e 2028
- da 109 a 120 rate mensili, per le richieste presentate dal 2029 in avanti
Chiaramente, bisognerà capire come viene definita la "obiettiva difficoltà", per capire chi ci può rientrare e quindi può chiedere la rateizzazione dei suoi debiti. Il decreto spiega che la situazione andrà valutata di volta in volta, tenendo conto dell'Isee familiare della persona e dell'entità della cartella: chi ha un Isee basso e un debito molto alto potrà più facilmente accedere all'agevolazione.