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Carta d’identità elettronica più semplice, come cambia e qual è la differenza con lo Spid ora

Con la Carta d’identità elettronica ora si può accedere ai servizi digitali della Pubblica amministrazione anche senza avere sotto mano la carta fisica. Questo dovrebbe rendere più semplice utilizzarla. Il governo Meloni ha già detto in passato che valuta di sostituire lo Spid proprio con la Cie.
A cura di Luca Pons
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La Carta d'identità elettronica (Cie) è un documento d'identità che permette anche di attivare una propria identità digitale. Da ieri, il ministero dell'Interno – in collaborazione con il dipartimento per la Trasformazione digitale e il Poligrafico e Zecca dello Stato – ha comunicato che utilizzare l'identità digitale della Cie sarà più facile: si potrà accedere ai servizi digitali della Pa, come Inps e Agenzia delle Entrate, semplicemente con una password e il proprio smartphone. In passato, invece, era necessario avere sempre sotto mano la carta vera e propria, oltre a un lettore di smart card per il proprio computer.

La semplificazione nell'uso della Cie si inserisce nella strategia di digitalizzazione portata avanti anche dal precedente governo. La Carta d'identità elettronica è in possesso di 35 milioni di italiani, ma finora l'identità digitale di gran lunga più utilizzata è stato lo Spid: infatti questo permetteva di accedere utilizzando solo una password mentre, come detto, il procedimento per la Cie era più macchinoso.

Perché adesso è più facile usare la Cie

Oggi, dopo un periodo di sperimentazione, per entrare con la propria identità digitale da Cie basterà inquadrare un Qr code con l'apposita app CieID (con il livello 1 di sicurezza), oppure inserire le proprie credenziali e un codice temporaneo ricevuto per sms (il livello 2). Fino a poche settimane fa l'unico livello di sicurezza disponibile era il 3, quello che dà le maggiori garanzie ma che è spesso poco pratico: bisognava inserire la Cie in un lettore di smart card per il computer, oppure utilizzare l'app CieID con una connessione Nfc dallo smartphone, una tecnologia che non tutti i cellulari hanno. Il livello 3 resta comunque necessario per operazioni più avanzate, come la firma di un contratto.

Cosa cambia tra Spid e Cie

Lo Spid, invece, ha fornito fin dalla sua nascita i livelli di sicurezza 1 e 2. Il livello 3 per lo Spid esiste, ma è un servizio a pagamento e poco diffuso. In generale, le differenze tra Spid e Cie restano: il primo è gestito da aziende private, la principale delle quali è Poste italiane, che ricevono soldi dallo Stato per fornire questo servizio. Chi richiede lo Spid in molti casi non deve pagare per averlo. Può usare i livelli di sicurezza 1 e 2 nella maggior parte delle pubbliche amministrazioni, mentre il livello 3 è poco diffuso.

La Cie è un documento d'identità (cosa che lo Spid non è, invece) e in più fornisce un'identità digitale. Questa è appena diventata utilizzabile anche con i livelli di sicurezza 1 e 2, anche se per il momento alcune pubbliche amministrazioni non sono ancora attrezzate per farla usare come strumento d'accesso. Tutte le informazioni su come richiedere e attivare la Cie si trovano sul sito ufficiale. La procedura si svolge in Comune, ha un costo – che solitamente è attorno ai 20 euro, ma può variare – e richiede alcune settimane per la consegna.

Cosa vuole fare il governo con lo Spid

Il governo Meloni, tramite il segretario Alessio Butti del dipartimento Innovazione, ha detto in più occasioni che la soluzione migliore sarebbe unire in qualche modo Cie e Spid. O, in alternativa, spegnere definitivamente lo Spid. L'obiettivo sarebbe comunque avere un'unica identità digitale a livello nazionale, possibilmente gestita dallo Stato.

"Lo Spid è uno strumento digitale di grande utilità", ha detto il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo. "Stiamo lavorando per trovare una soluzione più avanzata, specie per il suo utilizzo in termini geografici, che non si fermi ai confini del paese e che sia utilizzabile anche extra Italia". Una  Questo potrebbe avvenire "nel giro di 12 o 15 mesi".

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