Mentre l'Europa si dimena tra le pericolose promesse di muri e fili spinati, mentre la politica si condensa in rivoli di xenofobia, paura e fascismo di ritorno, mentre Severgnini dalle colonne del Corriere della Sera scrive che l'eventuale apertura di corridoi umanitari porterebbe i migranti ad essere milioni rispetto alle migliaia di oggi (pur dolendosene, eh) e mentre si scrive della bambina sbarcata orfana poiché la mamma se l'è portata via il mare, centinaia di persone della Marina Militare e della Guardia Costiera italiana salvano vite. Senza perifrasi o giri di parole: salvano vite. Tutti i giorni. Tutto il giorno.
E nonostante si ritrovino ad intercettare un'umanità fatta di stracci su bagnarole in balia delle onde loro, i militari che forse avrebbero pensato di ritrovarsi a fare tutt'altro, ogni giorno pescano uomini come tonni. E cadaveri. Una quotidianità infernale di pescatori di uomini, donne e bambini in cui chi non abbocca rimane a galleggiare come una macchia di carne e tessuto. Noi intanto, troppo presi dalla paura per la nostra roba e dal'aizzamento di qualche sciacallo, ci limitiamo a fare la conta: anche oggi il bollettino dice 88 persone salvate e 20 o 30 morti. Anzi: i morti potrebbe essere 80. Forse. Perché i morti, come in guerra, li puoi contare solo se qualcuno li reclama, altrimenti restano inghiottiti e basta, a posto così.
Un pezzo di forze dell'ordine italiane sono diventati soccorritori in sostituzione della vigliaccheria europea: una palestra quotidiana di salvataggi vitali, prima assistenza e la desolazione di un numero di vittime degno di una guerra. Solo che qui la guerra non la combatte nessuno: qui si muore per scapparci dalla guerra.
Allora per la parata del 2 giugno, quella in cui ogni anno con spirito un po' retrò sfilano marziali le forze dell'ordine davanti a Presidenti, Ministri e Generali forse sarebbe il caso di mostrarla quest'umanità tutta italiana che sopperisce all'ignavia degli altri. Sarebbero da mettere in prima fila quei marinai che non maneggiano armi ma bambini con i polmoni allagati, famiglie spaccate a caso su gommoni diversi e disperati. Sarebbe il caso forse che il Paese davvero si levasse il cappello di fronte a questo esercito silenzioso che si preoccupa di non rovinarci l'appetito, che viene ripreso di sguincio per qualche secondo al telegiornale e che visita l'orrore a pochi metri dalla costa. Sarebbe il caso forse di ringraziarli, di riconoscere come saranno loro, i mariani, tra qualche anno ad essere i testimoni privilegiati di un olocausto nascosto.
Caro Renzi, alla parata del 2 giugno questi sono i marinai da tenera in testa alla parata.