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Caro Nichi, candidarsi alle primarie non è una buona idea

Il leader di Sinistra Ecologia e Libertà precisa il suo pensiero in merito all’incontro con Bersani e annuncia: “Mi candido alle primarie del centrosinistra”.
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Vendola-DiPietro-stampa

Riepilogando: Nichi Vendola incontra Bersani, al termine il segretario democratico dice parole chiare su Di Pietro (che è fuori dal progetto di ricostruzione del centrosinistra), mentre il Governatore della Puglia riparte con "concetti espressi più volte" sulla necessità di non porre veti eccetera. Ovviamente tutti i giornali e le agenzie interpretano tali dichiarazioni come un'apertura sostanziale all'Unione di Centro (del resto, di che avrebbero dovuto parlare i due leader dopo la che la carta d'intenti del PD aveva di fatto "sancito" la volontà di aprire ad un'alleanza organica con i centristi?). Ma Nichi non ci sta e fa notare, anche sui  social network, che non vi è "nessuna svolta, nessuna apertura all’Udc […] semplicemente le stesse parole che negli ultimi mesi sono state dette sul tema delle alleanze. Non vogliamo subire veti, non poniamo veti né ultimatum a nessuno". Un concetto che poi ribadisce durante la conferenza stampa del pomeriggio, quasi a giustificarsi dopo il diluvio di polemiche abbattutosi su Sinistra e Libertà al solo comparir della parola "alleanza" accostata a quella "UDC". Una convergenza giudicata dalla base e da tanti analisti "improponibile", "assurda", quando non addirittura "vergognosa ed indegna": insomma, la logica della base è chiara, senza preclusioni, ma mai con Casini (a prescindere da programmi, orientamenti e via discorrendo).

E su Di Pietro? Visto che era impossibile smentire dichiarazioni così lapidarie, Nichi prova a ricucire con un appello affinché nessuno rimanga indietro, notando come un centrosinistra senza l'ex pm non sia nella logica delle cose. Del resto, quella che Vendola immagina è un'alleanza larga e plurale che in qualche modo recepisca anche i buoni propositi espressi nella carta di intenti del PD, come del resto riporta anche il documento del coordinamento nazionale di Sel: "Abbiamo apprezzato complessivamente la proposta avanzata dal segretario del Pd Pierluigi Bersani e proprio per questo, siccome riteniamo che il contributo della sinistra sia indispensabile per centrare l’obiettivo, intendiamo indicare con ancora più chiarezza quali siano i principi a cui una alleanza per il cambiamento non può rinunciare".

Poi la vera novità (si fa per dire) di giornata: Nichi Vendola annuncia che si candiderà alle primarie per la leadership del centrosinistra. Quasi una "mossa Kansas City", per cambiare argomento e cercare di incanalare la discussione su binari diversi: del resto, a chi conviene parlare di alleanze adesso? E senza neanche conoscere con che legge elettorale (e quando) si voterà, per giunta. Molto meglio riesumare la questione della leadership del centrosinistra, anche senza conoscere né data, né modalità, né "possibilità" di una consultazione interna al centrosinistra (quale poi?). Insomma, una uscita probabilmente inappropriata, che per giunta riflette la grave difficoltà del Governatore nel ritagliarsi uno spazio da protagonista all'interno del dibattito politico. E del resto, non è un mistero che, dopo la fase di grande popolarità in cui sembrava lanciatissimo nei sondaggi "interni", la stella di Nichi sia stata lentamente eclissata da una serie di fattori che solo in parte sono addebitabili ad errori di lettura dello stesso leader di Sel. La fine della parabola berlusconiana per mano "europea", l'emergere dei tecnici e della "sobrietà al potere", la centralità della strana maggioranza e lo spettro della grosse koalition, ma soprattutto l'insostenibile concorrenza sul piano della radicalità e dell'alternativa (oltre che della comunicazione) da parte del Movimento 5 Stelle. Insomma, una scelta che a parere di chi scrive, invece di moltiplicare le possibilità ed aumentare il peso specifico di Sel all'interno del centrosinistra, finirà per emarginare davvero il Governatore, relegandolo nel campo della "minoranza d'area" e limitandone la possibilità di agire su programma e scelte. E' questo quello per cui Sel ha lavorato negli ultimi anni? Per rappresentare un'area minoritaria di un centrosinistra schiacciato dall'assillo della responsabilità e della credibilità "europea"? Sinceramente restiamo dell'opinione di Alessandro Gilioli, che qualche settimana fa scriveva:

Certo, ci vorrebbe un bell’atto di coraggio, molto più rischioso che chinare il capo davanti a Casini. Tipo sciogliersi come partito, e chiedere ad altri di farlo, Idv in testa. Per offrire una lista e un programma comune a tutti quelli che oggi si sentono a sinistra di questo Pd sempre più centrista e sempre più perduto. Per costruire una forza di sinistra vera che già oggi, sulla carta, vale attorno al 15 per cento

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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